Inter, Bonny: "A Chivu devo tantissimo. I 23 milioni? Il mio lavoro non è pensare al prezzo"

Ange-Yoan Bonny, attaccante dell'Inter, ha parlato così a gazzetta.it a pochi giorni dall'inizio del campionato: "Ci siamo preparati come si deve. Le amichevoli mi sono servite per iniziare a capire come la squadra giochi, in cosa io possa essere più utile e che cosa i compagni si aspettino da me. Gran parte del gruppo si conosceva da anni, ma anche noi nuovi ci stiamo adattando bene: la preparazione è stata dura, ma le gambe iniziano a girare...".
È stato contento di ritrovare Chivu?
"Il rapporto con lui non è cambiato, è lo stesso mister di Parma, a un livello più alto, ma con uguali qualità. È diretto, esigente, onesto. Sono molto contento di averlo incrociato al momento giusto della carriera: gli devo tantissimo, se sono qua è anche merito suo. Ora sono molto carico e cercherò di prendere il mio spazio perché questo è solo l’inizio. Ma questo inizio mi piace...".
Ha rifiutato altre big per l'Inter?
"Diverse squadre mi volevano, ma non ho avuto dubbi: quando l’Inter ti cerca, non ci pensi due volte. Questa squadra era ciò che chiedevo, qui volevo vivere il mio sogno da bambino. Appena firmato, ho messo sui social una foto fatta da piccolo in nerazzurro: era destino... Quella era la prima maglia da calcio comprata da mamma a sei anni, ci sono legato per la vita. E poi questo è un club molto francese, visti i campioni che ha avuto".
Sente il peso di essere stato pagato 23 milioni di euro?
"Sono solo numeri, non devono pesare. Non è il mio lavoro pensare al prezzo, ma sudare perché ho tantissimo da migliorare. In tutto, ma in due cose in particolare: la freddezza sotto porta, perché devo segnare di più, e anche il gioco aereo".
Cosa significa avere Lautaro e Thuram in squadra?
"Li studio, cerco di capire le sfumature, il modo in cui si muovono, con o senza palla, lo faccio per provare un giorno ad avvicinarmi al loro livello: adesso sono molto lontano. Sia Lautaro che Thuram mi hanno detto due semplici cose, da fratelli maggiori: la prima, 'divertiti'. La seconda, 'cerca sempre la porta', perché siamo attaccanti e veniamo valutati anche sui gol che facciamo".
C'è un affetto speciale dei tifosi per lei e Pio Esposito?
"Sento attenzione e amore, l’ho notato nelle amichevoli e ora aspetto solo l’urlo a San Siro. Tra me e Pio c’è stato feeling immediato e non solo perché siamo giovani, ma perché ci somigliamo. Anche lui è educato, ha idee chiare, piedi per terra e non si monta la testa. Avevamo giocato contro in U21 e già allora mi aveva impressionato: ha una forza fisica incredibile, si può dire che è una bestia?".
