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La Juve che verrà - Chiesa al centro della chiesa. E basta dubbi su Kulusevski

La Juve che verrà - Chiesa al centro della chiesa. E basta dubbi su KulusevskiTUTTO mercato WEB
© foto di Insidefoto/Image Sport
mercoledì 10 marzo 2021, 19:15Serie A
di Ivan Cardia

Dieci idee per rilanciare il progetto Juventus dopo l'ennesimo fallimento in Champions. Dalle 15.15 alle 19.45, con un focus ogni 30 minuti, TMW entrerà nel dettaglio di quella che è una rivoluzione a questo punto necessaria per ripartire. Chi dar via, chi a nostro giudizio trattenere. La Juventus deve davvero voltare pagina: se non ora, quando?

Una luce nella notte più oscura. È quella di Federico Chiesa, per distacco il miglior juventino nel doppio confronto col Porto. Ci ha provato in tutti i modi, a far passare la Vecchia Signora: l’ha tenuta in corsa col gol dell’andata, le ha dato speranza con la doppietta di ieri. Si è scontrato con problemi molto più grandi di lui, in tutti i sensi. Ne è uscito sconfitto, ma al contempo vincitore: uno dei pochi, dopo ieri sera. Si è messo al centro della chiesa bianconera, oggi e soprattutto in futuro.

Ripartire da Chiesa. È lo slogan inevitabile del nuovo corso dei campioni d’Italia. Oggi, di quanto sia costato e costerà non ne parla più nessuno. Polemichetta estiva, poi in campo ci sono fatti che parlano e dicono che il ragazzo ha superato con il massimo dei voti il salto di qualità. Ripartire da Chiesa, però, non può essere soltanto uno slogan vuoto. Deve significare metterlo davvero al centro. Puntare su di lui, senza costringerlo ad adattarsi a quel che non è. E con lui, soprattutto, puntare sulla nouvelle vague che la Juventus di oggi può già esprimere. Con tutto quello che comporta.

Basta dubbi su Kulusevski. A proposito di adattarsi: se Chiesa, al massimo, s’è trovato a lavorare su una fascia e sull’altra, il giovane svedese ha dovuto fare di tutto un po’. Col risultato che, a metà marzo, non abbia ancora una collocazione tattica ben precisa nel progetto calcistico della Juve. C’è il fattore età, di sicuro, ma il rischio, quando il talento non indirizzato per soddisfare le necessità contingenti, è di creare splendidi incompiuti. Giocatori che potrebbero essere una portata da ristorante stellato e invece finiscono col diventare né carne né pesce. Gli esempi, anche a Torino, non mancano di certo. Ecco, puntare su Chiesa, per certi versi, vuol dire anche puntare su Kulusevski. Sul nuovo che avanza. Metterlo al centro della chiesa.

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