Moratti: "Vorrei ancora con me Gino Strada e Guido Rossi. Inzaghi? Mi sono ricreduto"

Nel giorno del suo ottantesimo compleanno, Massimo Moratti ha palato anche a Il Tirreno, nell’ambito di una lunga intervista in cui ha toccato diversi temi. Tra questi, anche tre persone che gli piacerebbe avere accanto ma non ci sono più: “Don Ermanno Pascotto, insegnante al ginnasio. Gino Strada, un mio amico perfetto di una generosità assoluta. E Guido Rossi, uomo colto e divertente con cui era piacevole passare il tempo”.
Nel corso della chiacchierata Moratti - che ha ribadito di non essere al momento intenzionato ad andare a Monaco di Baviera per la finale di Champions League dell’Inter - indica in Lautaro Martinez il giocatore simbolo della squadra allenata da Simone Inzaghi, ma aggiunge: “Barella incarna lo spirito della mia Inter, è migliorato tantissimo e come calciatore ti coglie di sorpresa. È pericoloso in attacco e aiuta in difesa, per questo i tifosi lo amano”.
All’inizio, Moratti non aveva lesinato alcune critiche all’indirizzo dello stesso Inzaghi: “Non lo conoscevo abbastanza, all’inizio non lo consideravo adatto all’Inter. Mi sono dovuto ricredere, per certi versi mi ricorda Simoni per la pacatezza nelle dichiarazioni. Un antidivo diametralmente opposto a Mourinho. Su Marotta, invece, mai avuti dubbi: l’avevo cercato ai tempi in cui era direttore della Sampdoria”.
