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Orsolini, il figlio di Bologna torna a casa: "Sogno il Mondiale, difficile digerire l'esclusione dall'Europeo"

Orsolini, il figlio di Bologna torna a casa: "Sogno il Mondiale, difficile digerire l'esclusione dall'Europeo"TUTTO mercato WEB
© foto di www.imagephotoagency.it
lunedì 7 luglio 2025, 09:15Serie A
di Leonardo Nevischi

Ieri, la piccola ma vivace cittadina di Rotella, in provincia di Ascoli Piceno, ha accolto un evento straordinario che ha riunito la comunità marchigiana e diversi tifosi del Bologna (in trasferta per l'occasione) in un’atmosfera di festa e gratitudine. L’evento, intitolato “Orgoglio di Rotella - omaggio a Riccardo Orsolini”, ha visto la partecipazione di numerosi cittadini, appassionati di calcio e sostenitori del famoso numero 7 rossoblù, che ha scelto di tornare nella sua città natale per condividere emozioni e ricordi.

Piazzale Europa si è trasformato in un palcoscenico per la celebrazione, con qualche striscione e magliette dedicate all'idolo di casa a decorare l’area. L’entusiasmo era palpabile, con fan accalcati per ottenere un autografo o semplicemente per esprimere il loro sostegno a un giovane talento che ha saputo farsi strada nel mondo del calcio professionistico.

Riccardo, visibilmente emozionato, ha preso la parola per raccontare la sua infanzia a Rotella, una cittadina che gli ha dato i natali e che ha influenzato profondamente la sua crescita personale e sportiva. “Qui ho iniziato a sognare - ha dichiarato Orsolini - e ogni passo che ho fatto nella mia carriera è stato ispirato dai valori che ho appreso in questa comunità. Rotella la porto nel cuore, per me è davvero casa. Mi dicono che sono 'figlio di Bologna' ma io sono di Rotella e ho anche Ascoli nel cuore. Comunque 8 anni sotto le Due Torri sono tanti e ringrazio chi è venuto sin qui con addosso la maglia del Bologna solo per salutarmi”.

Il calciatore ha condiviso aneddoti sulla sua formazione calcistica, parlando delle prime partite disputate con i giovani del posto e di come il supporto della sua famiglia e dei suoi amici lo abbia sempre motivato a dare il massimo. Ha sottolineato l’importanza di non dimenticare le proprie radici e ha ringraziato i presenti per il calore e l’affetto ricevuti nel corso degli anni. "Qui ci sono le mie due nonne che mi sono sempre state vicine: Ida è anche venuta al Dall'Ara a vedermi. I miei genitori hanno fatto molti sacrifici per permettermi di intraprendere questo percorso, sin da quando mi accompagnavano al Picchio Village per allenarmi con i Pulcini dell'Ascoli" ha confessato l'Orso nella sua tana, davanti agli occhi di papà Paride, mamma Cristiana e della sorella Morgana.

Momenti di commozione si sono alternati a sorrisi e applausi, mentre Orsolini ha risposto alle domande, condividendo le sue esperienze in Serie A, le sfide affrontate e le soddisfazioni conquistate sul campo. “Se sono diventato il calciatore che sono lo devo a tutti gli allenatori che ho avuto: da Remo Orsini che mi vide fare le rovesciate al mare e mi portò all'Ascoli fino a Vincenzo Italiano, passando per Giuliano Castoldi, Gian Piero Gasperini all'Atalanta, Sinisa Mihajlović e Thiago Motta”.

Spazio anche ad una parentesi sulla Nazionale. "Ho un rapporto strano con la maglia azzurra: ammetto che l'esclusione dall'Europeo mi ha fatto particolarmente male. Le decisioni altrui non posso modificarle, ho capito che devo solo continuare a fare il mio. Esultanza del 'TocToc' alla telecamera? Qualcuno ci ha visto un messaggio subliminale, ma è stata solo una cosa dettata dall'istinto: poi l'ho riproposta perché mi ha portato fortuna ed è finita per diventare un meme. Ora c'è un nuovo ct e inizierà un nuovo ciclo. Spero che l'Italia riesca a qualificarsi per i Mondiali".

La manifestazione si è conclusa con una sessione di autografi e fotografie, durante la quale Orsolini ha avuto modo di interagire personalmente con i suoi fan, dimostrando una disponibilità e un'umanità che hanno ulteriormente avvicinato il calciatore alla sua gente.

"L'evento non è stato solo una celebrazione di un atleta, ma un riconoscimento di un legame profondo tra un giovane calciatore e la sua comunità" ha chiosato il sindaco di Rotella, Giovanni Borraccini. Un evento che rimarrà nel cuore di molti e che ha rafforzato l’identità sportiva di Rotella, un piccolo grande centro di circa 800 abitanti che continua a sfornare talenti.

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