Pallone d'Oro a Dembélé: nessuna sorpresa, ma solo perché è giusto così

Le polemiche del Real Madrid, non presentatosi l’anno scorso perché già avvisato della non vittoria di Vinicius, hanno funzionato. Quest’anno, l’assegnazione del Pallone d’Oro ha vissuto di suspence, indecisa fino all’ultimo. Magari immaginata, questo sì, ma non perché il vincitore fosse stato avvertito in anticipo. Bensì, per quanto il concetto possa essere soggettivo e relativo, forse perché è stato giusto così.
L’anno scorso, il centrocampista spagnolo aveva sostanzialmente riscattato il credito maturato dal Manchester City nella stagione precedente, quella che aveva consacrato il club dell’Etihad campione d’Europa e portato invece alla premiazione di Lionel Messi, vincitore del Mondiale con l’Argentina ma nel 2022 (cavilli regolamentari, più o meno). Rodri, a sua volta, era stato sì uno dei leader della Spagna di Euro 2024. Ma tutto sommato non così centrale, e sicuramente meno spettacolare - nella stagione - di Vinicius, magari non simpaticissimo ma vincitore della Champions con il Real.
La vittoria di Ousmane Dembélé, in un certo senso, rimette tutto a posto. E Lamine Yamal, che ha una vita davanti, si può accontentare di un secondo posto e del premio destinato al miglior giovane. Era ancora troppo presto, è decisamente più giusto celebrare chi ha trascinato, gol e carattere, il Paris alla conquista dell'Europa per la prima volta nella sua storia.
