Roma, ecco Mou: lo specialista delle partenze. E cresce l’attesa per lo sbarco

Trigoria è pronta ad accogliere Mourinho. Poche ore separano la Roma dall’arrivo dello Special One (dovrebbe essere domani o al più tardi sabato). Molto dipende anche da quando si è trasferito da Londra nella sua casa a Setubal. Le prime testimonianze social risalgono al 20 giugno e questo, secondo l’attuale regolamento italiano, costringerebbe il tecnico portoghese a fare comunque 5 giorni di quarantena una volta atterrato nella Capitale perché passato dalla Gran Bretagna nelle ultime due settimane. La variante Delta non fa sconti a nessuno e per questo gli unici modi per evitare l’isolamento fiduciario sono legati a un suo arrivo prima del 20 giugno in Portogallo oppure a un ritardo dello sbarco a Roma (la prima data utile a quel punto sarebbe il 5 luglio, comunque un giorno prima del raduno ufficiale). A Trigoria dicono di non aver lasciato nulla al caso e in questi giorni hanno ultimato l’ufficio di Mourinho che darà direttamente sui campi da gioco e al fianco di quello dei Friedkin. Lo Special One ha raccolto tutte le informazioni che gli servivano da remoto e con diversi confronti via zoom con il suo staff e i calciatori. Alcuni di loro sono stati convocati in anticipo e da ieri hanno iniziato a lavorare a Trigoria tutti quei giocatori che avevano chiuso la stagione precedente con un infortunio. Un modo per capire le loro condizioni e averli al top quando si aggregherà anche il resto della squadra. I collaboratori di Mourinho poi saranno sette: dall'Head of Fitness Stefano Rapetti a Maurizio Fanchini (Staff Performance), passando per il Data Analyst e Responsabile Tecnologia Giovanni Cerra, Michele Salzarulo (responsabile del Dipartimento Match Analyst che coordina tutte le squadre, comprese quelle del settore giovanile), il preparatore dei portieri Nuno Santos, l’assistente del tecnico e vero e proprio braccio destro Joao Sacramento e il preparatore atletico Carlos Lalin.
Ognuno con il suo compito specifico, ma con un obiettivo comune: non lasciare nulla al caso e partire forte. Già, perché storicamente Mourinho nelle sue stagioni d’esordio ha sempre fatto bene. Escluse le esperienze al Porto e al Tottenham dove è subentrato in panchina, nelle altre circostanze è sempre partito con il piede sull’acceleratore. Nella stagione 2004-05 con il Chelsea ha vinto 8 partite e ne ha pareggiate due nelle prime dieci. Ugualmente bene ha fatto nel 2008-09 all’Inter con 23 punti su 30 a disposizione nelle prime dieci. A Madrid (2010-11) addirittura un punto in più, mentre al suo ritorno al Chelsea nel 2013 o con lo United tre anni dopo ha conquistato rispettivamente 19 e 21 punti. Insomma, una media di 22,6 punti nelle prime dieci della stagione che valgono almeno 7 vittorie e un pareggio. Lo Special One a Roma spera di partire altrettanto bene se non meglio per portare un trofeo che a Roma manca dal 2008 e che la Roma vinse prima dell’arrivo di Mourinho in Italia.
