TMW RADIO - Della Rocca: "Bologna, è mancato il salto di qualità ma che mentalità Mihajlovic"


Luigi Della Rocca, ex attaccante e oggi allenatore del Sasso Marconi, è intervenuto in diretta a Stadio Aperto, trasmissione di TMW Radio condotta da Francesco Benvenuti e Niccolò Ceccarini: "Per me è stato un passaggio improvviso, onestamente non me l'aspettavo. Le cose non andavano benissimo, eravamo già al secondo allenatore e la società ha voluto cambiare per la terza volta, pensando a me per questo incarico. Non ho avuto molto tempo per ragionarci, ma in brevissimo tempo ho deciso di accettare pur sapendo che la situazione non è semplice, la classifica era brutta, eravamo penultimi, ma ci crediamo".
Quali le difficoltà della settimana-tipo?
"Noi facciamo i tamponi una volta a settimana, poi c'è il discorso delle borracce per cui ognuno beve dalla propria, e di dover mantenere le distanze con tanto di mascherine negli spogliatoi. Non è semplicissimo, ma è l'unica maniera per andare avanti".
A che livello è oggi la Serie D?
"Dipende da società e piazze, c'è anche chi ha un passato importante alle spalle ed ha un livello più alto rispetto a piccole realtà con budget modesti. Quelle con maggiori risorse non pagano grandi differenze con la Lega Pro, le altre sì".
Lei abolirebbe le quote in D?
"Sicuramente, o almeno non quattro. Un giocatore se è bravo, giovane o no, gioca. Ho questa convinzione, e credo che ad alcuni vada dato il tempo di maturare: farlo obbligatoriamente domenica dopo domenica non è il massimo, servirebbe più gradualità, e non sono contro i giovani ma è un discorso più di qualità che di quantità".
Lo Spezia ricorda il suo Carpi?
"Le risorse erano differenti, ma quando c'è capacità di fare bene si riescono a fare ottime cose. Situazioni come quella del Carpi potranno ripetersi anche in futuro, basta solo trovare le giuste combinazioni e che si incastrino un po' di cose".
C'è qualcuno che le viene in mente tra gli allenatori che ha avuto?
"Ho avuto Pioli quando ero negli Allievi, anno fondamentale per i ragazzi, e mi ha lasciato veramente tanto come conoscenze calcistiche. Poi anche Guidolin è stato un allenatore davvero bravo, e non ultimo anche Maran. Tutti tecnici importanti per me".
Sorpreso che Pioli sia arrivato così tardi ad alti livelli?
"Anche quando mi allenava da ragazzi ero sicurissimo che sarebbe arrivato in Serie A. In molte piazze ha fatto bene, sin da subito, magari andando poi a calare sul rendimento, ma oggi al Milan pare aver trovato l'ambiente giusto: può dimostrare il suo valore grazie ad una squadra che sta emergendo con lui".
C'è il rischio di perdere tanti giovani per via della disaffezione al calcio data dal Covid?
"Il discorso è a livello tecnico, si è perso un anno di allenamenti e di crescita. In questa età è un aspetto molto importante, pensate a chi dovrà passare l'anno prossimo da calcio a 9 a 11, e non ha potuto neanche avvicinarsi avendo perso un anno intero".
Al Bologna manca poco per il salto di qualità?
"La sensazione che ho avuto nel corso dell'anno è che quando dovevano arrivare i risultati per il salto, è mancata la vittoria, anche contro squadre alla portata. Devo dire che a livello di gioco Mihajlovic ha dato una mentalità importante a questa squadra: al di là dell'avversario, gioca sempre allo stesso modo. La mano dell'allenatore si vede".
A cosa è dovuto il proliferare degli over-35 in Serie A?
"La qualità degli allenamenti, dei recuperi e delle terapie, con allenamenti e tecnologie mirate anti-infortuni, possono aver inciso sull'innalzamento dell'età. Di sicuro per alcuni è anche una questione genetica: non essere mai stati infortunati gravemente incide. E poi il livello della Serie A, che è calato".
