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Tesser: "Il Cittadella ha tutte le qualità per risalire. Il Lecco non è una sorpresa"

Tesser: "Il Cittadella ha tutte le qualità per risalire. Il Lecco non è una sorpresa"TUTTO mercato WEB
© foto di www.imagephotoagency.it
Oggi alle 20:34Serie C
di Daniel Uccellieri
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TMW Radio / A Tutta C
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Il tecnico Attilio Tesser è intervenuto questo pomeriggio ai microfoni di TMW Radio e Il 61 nel corso della trasmissione A Tutta C per parlare di quanto accade in terza serie e del suo status di svincolato di lusso.

Il Lecco è una delle sorprese di questo avvio di stagione. Se lo aspettava e fino a dove può spingersi questa squadra?
"Un po’ sorpresa sì, ma relativa. Non dimentichiamo che due anni fa era in Serie B e lo scorso anno ha disputato un buon campionato. Trovarla nelle zone alte di classifica, in chiave playoff, non mi meraviglia. Forse sorprende vederla addirittura in testa, anche se ritengo che Vicenza e Brescia abbiano qualcosa in più. Complimenti comunque a quello che sta facendo il Lecco".

Ha citato Vicenza e Brescia, considerate le grandi favorite. Le vede già pronte per provare a vincere il campionato e puntare alla promozione diretta?
"Stanno entrambe facendo molto bene, ma si può sempre migliorare. Il Vicenza ha cambiato qualcosa in più rispetto al Brescia, che ha mantenuto la base della Feralpisalò inserendo innesti importanti. Direi che sono più o meno sullo stesso livello: il Vicenza deve ancora trovare piena coesione tra nuovi giocatori e allenatore, mentre Diana può contare su un gruppo già consolidato. In ogni caso parliamo di squadre con qualità tecnica elevata e grande capacità di gestire le partite: se non sono al massimo, ci sono molto vicine".

Tra le pretendenti c’era anche il Cittadella, che ha dovuto fare i conti con la retrocessione. Crede possa riprendersi un ruolo importante?
"Sì, lo avevo indicato come terza forza del girone. È normale che una retrocessione lasci degli strascichi, ma a livello di potenziale tecnico il Cittadella ha tutte le qualità per risalire. C’è un direttore esperto come Marchetti che conosce bene la categoria: avere una società forte alle spalle è fondamentale. Un po’ di difficoltà ci sono state, ma i mezzi per rientrare ci sono tutti".

Restando al Girone A, c’è una realtà che le sta particolarmente a cuore: la Triestina. Come giudica il suo percorso?
"Stanno facendo un ottimo lavoro. Non dimentichiamo che hanno iniziato la preparazione molto tardi, tra grandi difficoltà, eppure sono riusciti a mantenere un gruppo sano e coeso. Conosco bene i valori morali di tanti uomini che fanno parte di quella squadra: stanno sopperendo anche a una pesante penalizzazione, ma sul campo stanno rispondendo alla grande".

Scendiamo al Girone B, che sembra il più complicato da interpretare. L’Arezzo è partito con ambizioni, c’è il sorprendente Ravenna e un’Ascoli che si sta rilanciando. Qual è la sua lettura?
"Condivido l’analisi: è un girone molto equilibrato, senza due o tre squadre nettamente superiori come avviene altrove. L’Arezzo resta la squadra da battere: ha continuità di progetto, un allenatore come Bucchi e un mercato importante. L’Ascoli mi ha sorpreso, soprattutto per solidità difensiva: non ha ancora subito gol. Il Ravenna l’ho visto con il Perugia: sotto di due reti, ha avuto una grande reazione. È una neopromossa con proprietà ambiziosa e dirigenza competente. E poi c’è la Ternana: ridimensionata rispetto a un anno fa, ma resta competitiva. Diciamo che, a differenza di A e C, qui non vedo una squadra in grado di staccare subito le altre".

Ha citato il Perugia: una piazza di blasone che sta vivendo un momento complicato. Che idea si è fatto?
"Dispiace molto, perché è una realtà importante. Ho visto la partita con il Ravenna: secondo me sta andando sotto le proprie potenzialità tecniche, anche con giocatori di valore fuori rosa. La tifoseria continua a sostenere la squadra, ma serve chiarezza all’interno della società. Credo abbiano comunque qualità sufficienti per posizionarsi almeno a metà-alta classifica".

Mister, la Serie C resta un campionato molto impegnativo. Conta poco il nome o il bacino d’utenza, servono strutture e organizzazione.
"Esatto. È un campionato difficile e di livello: per essere competitivi servono strutture, giovani motivati e un’identità chiara. Avere organizzazione e mentalità è fondamentale, perché dà un messaggio forte ai ragazzi e ti consente di fare la differenza".

Veniamo al Girone C. Qui i valori sembrano molto alti, a partire da Cosenza che dopo la retrocessione sta dando segnali di ripresa.
"Sì, il Cosenza ha un gruppo con esperienza di Serie B e qualità tecniche elevate. Ripartire dopo una retrocessione non è semplice, ma quando in piazze così si ritrova entusiasmo, diventa un fattore fondamentale. È una squadra che può ambire senza problemi al campionato cadetto".

In estate si parlava di tre grandi favorite: Benevento, Catania e Salernitana. Dopo un mese, come le vede?
"Sono lì davanti, come previsto. Hanno valori tecnici elevati, ma non è semplice per nessuno: ho visto la Salernitana faticare con il Casarano, e il Catania soffrire in altre partite. In questo girone ogni gara è complicata, anche contro le cosiddette outsider. Oltre alle tre favorite, vedo bene anche Cosenza, Crotone, Trapani e Cerignola: sono squadre competitive. Alla fine, penso che Salernitana, Catania e Benevento restino le più attrezzate, ma la concorrenza è ampia".

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