Menu Serie ASerie BSerie CCalcio EsteroFormazioniCalendariScommessePronostici
Eventi LiveCalciomercato H24MobileNetworkRedazioneContatti
Canali Serie A atalantabolognacagliaricomocremonesefiorentinagenoahellas veronainterjuventuslazioleccemilannapoliparmapisaromasassuolotorinoudinese
Canali altre squadre ascoliavellinobaribeneventobresciacasertanacesenafrosinonelatinalivornonocerinapalermoperugiapescarapordenonepotenzaregginasalernitanasampdoriasassuoloturris
Altri canali mondiale per clubserie bserie cchampions leaguefantacalciopodcaststatistiche

Pio e Francesco, quando essere italiani è pericoloso

Pio e Francesco, quando essere italiani è pericolosoTUTTO mercato WEB
Oggi alle 06:00L'Angolo di Calcio2000
di Fabrizio Ponciroli

Abbiamo talmente bisogno di campioni azzurri che, non appena un ragazzo “di casa nostra” fa qualcosa di buono, non resistiamo all’idea di esaltarlo. Pio Esposito, classe 2005, e Francesco Camarda, classe 2008, sono già stati etichettati come i nuovi assi del calcio italiano, i centravanti che riporteranno la Nazionale ai vertici del mondo. Hanno segnato, in totale, due gol nella massima serie (uno a testa), eppure si sono presi il proscenio con moltissimi appassionati di calcio che ne decantano le doti, alimentando un’attenzione mediatica enorme. C’è chi ha già adottato Pio e chi, invece, preferisce Francesco. Incredibile, incredibile e, ancora incredibile…
Non impareremo mai dai nostri errori. Eh sì, non è certo la prima volta che perdiamo la testa per due giovani promesse azzurre. La nostra abilità di glorificare un giovane ragazzo che si è appena affacciato nel mondo dei grandi è unica nel panorama calcistico. Basta un gol, ma davvero un gol, per snocciolare paragoni importanti e giudizi entusiastici. No, non va bene…
Pio e Francesco sono due ragazzi che devono dimostrare il loro valore nel tempo. Devono poter sbagliare e giocare senza pressione. Per essere chiari: di Lamine (Yamal) ne nasce uno ogni 20 anni. Poi ci sono promesse che riescono a farcela ma ci vuole tempo, pazienza e moderazione nelle opinioni.

Il rischio è bruciarli o, peggio, etichettarli come top player prima di capire se abbiano davvero le qualità per provare a diventare degli assi del pallone. Chi si ricorda di Corrado? Vi aiuto… Corrado Grabbi. A 19 anni fa il suo debutto in Serie A con la casacca della Juventus e segna alla Lazio. Viene giudicato immediatamente come il nuovo enfant prodige bianconero. Tutte quelle attenzioni non lo aiuteranno… Eppure, aveva moltissimo talento (posso garantirlo). Alberto, invece, vi dice qualcosa? Alberto Paloschi, in gol con la casacca del Milan a 18 anni. La sua più che onesta carriera l’ha fatta ma, sicuramente, chi ha gridato al nuovo centravanti della Nazionale ha sbagliato previsione. Ci sarebbero tantissimi altri esempi per comprovare questa dannata moda di cercare, a tutti i costi, di creare eroi troppo presto e senza cognizione di causa.
Lasciamo che Esposito e Camarda facciano il loro percorso, senza chiedergli nulla di particolare e senza sottolineare, in maniera esagerata, ogni volta che fanno qualcosa di buono in campo. Anche perché, spesso, c’è chi passa dall’esaltarli a bocciarli senza possibilità di redenzione. I classici 15 minuti di celebrità non valgono un’intera carriera, qualunque essa sia. Godiamoci per quello che sono: due giovani attaccanti italiani con grandi sogni nel cassetto…

Primo piano
TMW Radio Sport
Serie A
Serie B
Serie C
Calcio femminile