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Suarez: "Lasciare Barcellona è stata dura. Ma era una questione di orgoglio"

Suarez: "Lasciare Barcellona è stata dura. Ma era una questione di orgoglio"TUTTO mercato WEB
venerdì 5 febbraio 2021, 10:12Calcio estero
di Michele Pavese

In un'intervista concessa a El Transistor, Luis Suarez ha parlato dell'estate caotica che ha vissuto e dell'addio al Barcellona: "Avevo tante proposte, non solo la Juventus. Non era l'unico club interessato. Il passaporto? Volevo prenderlo da un anno... Comunque, non volevo fare nulla se prima non avessi lasciato il Barcellona. È stata dura, soprattutto quando ho dovuto comunicarlo ai miei figli, che avevano già capito tutto. Volevo che mi vedessero lasciare il club in grande stile. Koeman mi ha chiamato e mi ha detto che non avrebbe fatto affidamento su di me. Ho accettato la decisione ma gli ho detto che avevo un contratto ed erano problemi della società. Non ho parlato con Bartomeu: la società mi ha detto di non andare ad allenarmi, ma ho detto loro lo avrei fatto perché avevo un contratto. Non mi ha dato nessuna spiegazione, mi hanno solo detto che era una decisione dell'allenatore. Sarei potuto restare, ma a quel punto era diventata una questione di orgoglio e avevo bisogno di cambiare. Se ci fossero stati brutti momenti, avrei ricevuto critiche".

Il rapporto con Messi: "Sono arrivato e ho iniziato a bere il mate con lui. Abbiamo cominciato subito a costruire un rapporto, le nostre famiglie sono subito andate d'accordo. Le nostre mogli sono diventate amiche. La questione del contratto svelato? Non riesco a crederci che ci sia gente così cattiva da rendere pubblico un documento simile. Due anni fa io e Leo parlammo e capimmo che le cose erano sempre più difficili. Griezmann? Non è vero che non lo abbiamo accolto bene, ci siamo visti anche fuori dal campo. Se dovessimo negare ogni voce che esce, impazziremmo".

Come va con Simeone? " Simeone è uno di quegli allenatori che riesce a convincere i giocatori con la sua mentalità, il suo essere positivo. Mi ha fatto capire subito che si fidava delle mie qualità, anche se qualcuno diceva che non ero più al top. È una cosa che ho apprezzato. Non contempla altro che la vittoria. Non ho avuto problemi ad adattarmi, gioco così anche nell'Uruguay".

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