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Guai a considerare l'Arabia Saudita come una nuova Cina. Vision 2030 e le ragioni dietro agli investimenti pazzeschi del gigante arabo: le stelle arrivate e tutte quelle che potranno sbarcare

Guai a considerare l'Arabia Saudita come una nuova Cina. Vision 2030 e le ragioni dietro agli investimenti pazzeschi del gigante arabo: le stelle arrivate e tutte quelle che potranno sbarcare
venerdì 16 giugno 2023, 14:30Editoriale
di Marco Conterio
Inviato di Tuttomercatoweb, è in RAI con le trasmissioni 90° Minuto e Calcio Totale su Rai 2. Opinionista per TMW Radio, ha lavorato con Radio RAI, Il Messaggero e Radio Sportiva

Adesso è ufficiale. Il calciomercato mondiale ha un nuovo player: l'Arabia Saudita. Tutto rientra all'interno del piano di sviluppo del paese di Mohamed Bin Salman, il Principe Ereditario del gigante arabo: Vision 2030, ovvero il multimiliardario piano per portare il paese a non dipendere più dall'estrazione dei combustibili fossili. Le esportazioni petrolifere costituiscono adesso l'80-90% delle entrate statali, il 48% del pil della nazione e l'85% dei proventi delle esportazioni. Per questo l'idea è proprio quella di diversificare gli investimenti e, nel caso di calcio, in questa fase, far crescere il prodotto locale. Con investimenti mastodontici e miliardari, mai visti nella storia dell'economia pallonara: stipendi che rappresentano da soli il monte ingaggi di una squadra di alta fascia in una delle leghe più importanti dicono da soli che non sono i Riyal il problema. Il punto è il fine e in questo caso l'idea è chiara: trasformare il calcio arabo da un prodotto locale, considerato adesso la cinquantottesima lega mondiale, in una delle migliori al mondo. E non con un progetto di propaganda o da copertina (per definizione, la monarchia assoluta araba non ne avrebbe bisogno) ma proprio per far crescere un settore economico interno.

La Vision 2030 di Bin Salman
Investimenti miliardari nell'industria del calcio arabo. Non più solo all'estero, dove per esempio il PIF, il Fondo d'Investimento Pubblico saudita ha acquisito il Newcastle portandolo subito al primo anno in Champions League. Il PIF sta investendo miliardi non solo nel calcio ma nello sport tout court: la Formula 1, la Formula E, il wrestling, l'acquisizione della proprietà del golf mondiale. Poi il turismo, la costruzione di città avveniristiche come Neom, il nuovo centro urbanistico di Riyad (New Muraba) e l'edificio cubico più grande al mondo, il Mukaab. L'idea di Bin Salman e della monarchia saudita è quella di ridefinire la direzione futura del paese: un cambiamento diretto dall'alto, che consolidi il potere centrale ma che cerchi di portare l'Arabia Saudita in una nuova dimensione in un nuovo rapporto stato-società fatto di un maggior utilizzo di 'soft power'.

Guai a considerare l'Arabia Saudita come una nuova Cina o un altro Qatar
Dunque il calcio, non come panem et circenses ma come vera e propria industria nella quale investire. Guai a considerarla una nuova Cina, bolla esplosa quando Xi Jinping si è reso conto che l'opinione pubblica non gradiva più dispendio di soldi e forze in un progetto fallimentare. Guai a considerarla come un nuovo Qatar prima versione, quando l'Emirato decise di portare campioni al tramonto nel 2003 in Q-League: Batistuta, Hierro, Caniggia, i fratelli De Boer, Guardiola, Effenberg, Desailly. Solo che gli stadi erano deserti, solo che quello fu un divertissement per gli emiri del paese e poc'altro. Per l'Arabia Saudita il discorso è completamente diverso: il paese mira a organizzare nel 2030 (ma è realistico pensare che verrà assegnato il Mondiale del 2034, mentre quello del 2030 potrebbe andare a Spagna, Portogallo e Marocco) il Mondiale di calcio.

I motivi dietro all'arrivo di Gerrard, di CR7 e i sogni per il futuro
Ingaggiare i giocatori più famosi del mondo, come fatto con Cristiano Ronaldo e Karim Benzema, è possibile grazie al supporto del Fondo d'Investimento Pubblico ma il fine del paese è quello di sviluppare la Saudi Pro League a tal punto da attrarre fondi d'investimento interni e stranieri nei club. L'obiettivo è che le entrate quadruplichino da qui al 2030 e così il valore della lega stessa risulti triplicato. E' evidente che questi sopra citati siano giocatori globali. L'arrivo di Steven Gerrard sulla panchina dell'Ettifaq, per esempio, apre le porte a investimenti dall'Inghilterra e altrettanto a una costante attenzione da parte dei media inglesi. Cerca, l'Arabia Saudita, di entrare in modo prepotente in ogni mercato e prendendo sponsor, investitori, fan e attenzioni in modo trasversale. CR7 e Neymar (dopo il fallito assalto a Lionel Messi, e occhio allora a quello che è il suo faraonico accordo con lo sviluppo economico del paese) strizzano proprio l'occhio alle nuove generazioni. Sadio Mané sarebbe il biglietto da visita per una larga fan base del continente nero e da qui, da questi nomi, è lecito attendersi d'ora in poi che provino a prendere ogni tipo di campione. Non è, oggi, una lega attraente per i migliori giovani del mondo come Erling Haaland, Kylian Mbappé e Vinicius, ma l'idea che ha in mente Mohamed Bin Salman insieme al Ministero dello Sport è arrivare un giorno ad avere proprio lo steso appeal delle grandi leghe d'Europa. Importare il meglio non per metterlo in mostra ma per seminarlo nei campi ricchi di Riyal e petrolio, sperando che germogli qualcosa di nuovo. All'altezza del grande calcio europeo.

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