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Lite Conte-Agnelli, il Giudice Sportivo non interviene. Palla (e inchiesta) alla Procura FIGC

Lite Conte-Agnelli, il Giudice Sportivo non interviene. Palla (e inchiesta) alla Procura FIGCTUTTO mercato WEB
© foto di Daniele Buffa/Image Sport
venerdì 12 febbraio 2021, 00:42I fatti del giorno
di Ivan Cardia

Il Giudice Sportivo non interviene. Ma Juventus-Inter non è ancora finita: in giornata l’ufficio guidato dal dottor Mastrandrea non ha preso provvedimenti per quanto accaduto durante e dopo la semifinale di ritorno di Coppa Italia. Nel referto dell’arbitro Mariani, evidentemente, non sono presenti riferimenti rilevanti alle vicende che hanno riguardato l’allenatore nerazzurro Antonio Conte e il presidente bianconero Andrea Agnelli, nonché eventuali altri protagonisti di comportamenti oltre le righe. La cosa, però, non finisce qui: la Procura FIGC ha infatti già annunciato di aver aperto un fascicolo d’inchiesta, nell’ambito della quale sarà subito ascoltato il quarto uomo Chiffi. Pubblicamente chiamato in causa da Conte (“ha visto e sentito”, le parole del salentino subito dopo la gara) e che ora dovrà dare ulteriori delucidazioni. Più complicata l’acquisizione delle immagini, non tutte nella disponibilità della Rai perché le parti non andate in onda sono da acquisire presso la Juventus, titolare della produzione video sul campo di casa.

Cosa rischiano i protagonisti? Da capire se possa entrare in gioco l’articolo 25, dedicato alla prevenzione dei fatti violenti, che al sesto comma punisce con l’ammenda più diffida le dichiarazioni e i comportamenti di dirigente e tesserati “che in qualunque modo possano contribuire a determinare fatti di violenza o ne costituiscano apologia”. Con il pubblico allo stadio, non sarebbe stato da escludere. In assenza di tifosi (e quindi di possibili incitamenti concreti, seppur indiretti, alla violenza) è abbastanza improbabile. Si arriva così a due norme di chiusura del sistema. Anzitutto, l’articolo 39, che punisce le condotte gravemente antisportive: il secondo comma prevede la squalifica per almeno due giornate o a tempo per i tecnici. Il terzo, dedicato ai dirigenti, la sanzione minima dell’inibizione per un mese. Infine, il fondamentale articolo 4, che richiama tutti i tesserati al rispetto dei “principi della lealtà, della correttezza e della probità in ogni rapporto comunque riferibile all'attività sportiva”. In questo caso, le sanzioni hanno un range decisamente ampio: si va dall’ammonizione alla squalifica (per una o più giornate, o anche a tempo e persino estensibile in ambito UEFA) e all’inibizione.

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