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Commisso e l'esempio Percassi: serve l'allenatore giusto. Anche se la Fiorentina non è l'Atalanta

Commisso e l'esempio Percassi: serve l'allenatore giusto. Anche se la Fiorentina non è l'AtalantaTUTTO mercato WEB
© foto di Image Sport
venerdì 14 maggio 2021, 16:38Il corsivo
di Ivan Cardia

“Chiedo che venga portato rispetto. Il presidente dell'Atalanta, Percassi, ci ha messo cinque anni prima di raggiungere con Gasperini gli attuali risultati". Rocco Commisso lo ha dichiarato durante lo show nel quale ha, tra le altre cose, incolpato i giornalisti per gli errori della sua Fiorentina e intrattenuto parecchi osservatori esterni, tra cui l’ex numero uno della Roma, Pallotta. Il presidente viola ha così anche fissato un termine di paragone e un esempio: la Dea, oggi la storia più bella del calcio italiano. Rilevata nel 2010 da Antonio Percassi, che però ha dovuto aspettare diversi anni per raggiungere la ribalta. Più di quanto detto da Commisso, nello specifico: lo storico quarto posto, al primo anno con Gasperini, è datato infatti 2017. Un esempio, che si porta dietro qualche differenza.

La Fiorentina non è l’Atalanta. Premessa d'obbligo, senza alcun giudizio di valore circa la diversa storia di due club tra i più antichi del nostro calcio, uno dei quali ha però due scudetti in bacheca. Il passato del resto ha un suo peso, ma non si tratta neanche di questo. È la base di partenza a non essere la medesima. Nel 2010, pur reduce da diverse annate in Serie A, come del resto nella sua tradizione, la formazione bergamasca militava in B. Il primo anno di Percassi, da questo punto di vista, è stato subito un successo con la promozione nel massimo campionato. E, se i piazzamenti ottenuti nei cinque anni successivi (tra l’11° e il 17° posto) sono stati ben lontani da quelli poi arrivati con Gasp, si trattava di risultati tutto sommato in linea con quelli della storia del club orobico nel decennio precedente. Non proprio lo stesso può dirsi della Fiorentina di Commisso: l'ultima stagione in B (nonché l'unica negli ultimi 25 anni) è quella 2003/2004. Nei sei anni precedenti all'ultimo dei Della Valle, i viola non sono peraltro mai andati sotto l’ottavo posto, chiudendo quarti in ben tre occasioni. Storia, tradizione e palmares a parte, non è proprio la stessa cosa.

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Serve l’allenatore giusto. Volendo guardare al futuro, Commisso ha però comunque indicato la strada. Quella che in effetti è stata la svolta di Percassi: la scelta dell’allenatore. Se dietro ai successi dell’Atalanta vi è di sicuro la mano di una società seria e organizzata, è difficile negare quanto abbia pesato sul loro raggiungimento Gian Piero Gasperini. Del quale, però, giova ricordarlo, lo stesso Percassi si è saputo fidare anche nel momento (iniziale) di maggiore difficoltà: il tecnico di Grugliasco ebbe l’intuizione di puntare sui giovani e giovanissimi. La società la forza di appoggiarlo. È anche in questo che la Fiorentina di Rocco non può sbagliare la prossima mossa: la mano dell’allenatore è fondamentale. Finora, è mancata. Magari, come sembra sostenere il presidente della Fiorentina, per colpa dei giornalisti: gli stessi che gli impediranno di confermare Iachini, nei confronti del quale pure professa una stima immensa, salvo essere pronto a silurarlo per la seconda volta. Non sarà lui a guidare il nuovo corso viola. Se, come tanti indizi fanno pensare, toccherà a Gennaro Gattuso, è dall’attuale allenatore del Napoli che Commisso attende la tanto agognata svolta.

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