Antonio Conte baluardo determinante: tiene la barra dritta. E l'Inter resta credibile

Molto più che un allenatore. Antonio Conte in questa Inter va ben oltre la figura del tecnico, ricopre pure il ruolo di mental coach, di padre per chi ha voglia e bisogno di raccontarsi, di baluardo fondamentale per respingere tutte le voci esterne e lontane dal campo, di comandante che guida continuamente il suo esercito in battaglia. Perché è comodo credere che resistere e far finta di niente di fronte all'avanzamento delle trattative per cedere il club sia scontato. Le scorie pesanti generate dallo scontro Lukaku-Ibra, le tensioni con i vertici della Juventus, le squalifiche, i tribunali federali, BC Partners, le proroghe su stipendi e pagamenti dei nuovi calciatori, l'autunno degli infortunati e in generale dei tanti assenti, la Cina che chiude i rubinetti, il non mercato di gennaio, il "progetto che si è fermato" ad agosto. Sembra tutto naturale, semplice, superabile con estrema semplicità.
Tutt'altro. E in questo tutt'altro, Conte rappresenta il traino, il gancio al quale ogni anima nerazzurra sta aggrappandosi con la speranza di riaprire un nuovo cerchio luminoso. A -2 dal Milan capolista, a +5 sulla Juventus (che dovrà recuperare il match a Torino con il Napoli) l'Inter resta parecchio credibile per la vittoria del titolo. Nonostante tutto. Il segreto, non ci sono dubbi, ha un nome e un cognome che spiccano tanto più di qualunque altro.
