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Bologna, il primo trofeo di Giovanni Sartori: il dirigente che fa miracoli

Bologna, il primo trofeo di Giovanni Sartori: il dirigente che fa miracoliTUTTO mercato WEB
Oggi alle 14:06Serie A
di Ivan Cardia

Per il calcio italiano si aggira un dirigente sportivo che non lavora nelle big, ma rende grandi le piccole e le medie. La vittoria della Coppa Italia dal Bologna porta la firma di Vincenzo Italiano, ma prima ancora di Giovanni Sartori. A 68 anni, il lodigiano centra quella che assomiglia a una consacrazione. Di cui non c’era nemmeno bisogno: nella storia del pallone, c’è un solo dirigente capace di portare in Champions prima il Chievo Verona, poi l’Atalanta e infine il Bologna.

Il sarto del Chievo dei miracoli. Ex attaccante con un'onesta carriera tra B, C e D più uno scudetto conquistato da comparsa - sette presenze e zero gol - proprio con la maglia del Milan, nel 1989 smette i panni del giocatore e tenta dapprima la carriera da allenatore, per poi scegliere quella di dirigente. Del Chievo di Campedelli è direttore sportivo dal 1992. Nel 2000, in Serie B, chiama Luigi Delneri: la successiva promozione segna l'inizio di una delle favole più sorprendenti nella storia del nostro pallone. È il Chievo dei miracoli, che non è neanche una squadra di provincia ma di quartiere e al primo anno in Serie A chiude quinto in classifica, conquistando la Coppa UEFA. È la formazione di Marazzina, Manfredini, Eriberto poi Luciano, Perrotta e Lupatelli col 10 sulla schiena. Durerà per anni: nel 2005/2006, complici le vicende di Calciopoli, fa suo addirittura l'accesso alla Champions League. Seguono anni più complicati, che culmineranno nell'epilogo dell'era Campedelli. Anticipato dall'addio di Sartori.

La favola Dea. "Clamoroso: Sartori lascia il Chievo", si legge nel 2014 sui quotidiani sportivi. Vent'anni dopo, il direttore sportivo dei miracoli cambia aria, ma non va in una big. I Percassi lo chiamano a Bergamo, c'è l'Atalanta. La svolta arriva nel giro di due stagioni, è il 2016 e Sartori chiama Gian Piero Gasperini: quarto posto, Europa League. La Dea non andava in Europa dal '90. Nel 2019 arriverà anche la storica conquista della Champions League, che per gli orobici oggi sembra una cosa normale e invece non lo è stata mai, nella storia del club. I giocatori si alternano: Gomez, Ilicic, Gagliardini, Pessina, Petagna, Conti, e via discorrendo. Il dualismo con il Gasp non è dei più semplici, ma è alla base di una storia inattesa, diversa. E che dura, perché la grande differenza dell'Atalanta rispetto al Chievo è la longevità nel tempo.

Bologna d’Europa. E del primo trofeo. Salutata la Dea senza fare in tempo a godersi il primo trofeo bergamasco, il 31 maggio 2022 Sartori si sposta all’ombra delle due Torri. Il tempo di ambientarsi, poi nell’estate 2023 sceglie Thiago Motta ed è subito exploit: i rossoblù volano in Champions. Tutti titolano sul tecnico italo-brasiliano, che poi come noto passerà senza grosse fortune alla Juventus, mentre Sartori prepara il bis. In panchina chiama Vincenzo Italiano, dal 2007 al 2009 suo giocatore al Chievo. Vanno via Zirkzee e Calafiori, nessuno scommetterebbe un euro sul Bologna che parte anche malino e in Champions ingrana troppo tardi. Il resto è storia recente: ieri è arrivato il primo trofeo, per Italiano e per Sartori. Che per gli emiliani significa anche Europa, per il secondo anno consecutivo. La Champions sarà una missione complicata, ma in campionato Italiano e i suoi giocatori potrebbero, vincendo le prossime due, bissare i 68 punti della scorsa stagione. Comunque vada, è già un successo.

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