Cristiano Ronaldo solitario e alieno. Ma il portoghese è sempre stato questo

Domani sera, Cristiano Ronaldo tornerà in campo allo Stadium. Sarà il primo tra i calciatori della Juventus, ma non con la maglia bianconera: lo farà col Portogallo, che ha risolto la questione andando a giocare in casa del miglior calciatore della sua storia. Contro l’Azerbaigian, e magari qualche fantasma del Benevento. Chi lo sa, in una carriera fatta per lo più di trionfi non può essere la squadra campana a fargli perdere il sonno. Di tutte le fratture di un marzo orribile, per la Vecchia Signora, quella col portoghese è di quelle che aprono mille interrogativi. Cosa vorrà fare, a fine stagione. Come si comporterà la Juventus. Nell’eventualità, chi potrà mettere sul piatto uno stipendio anche solo vicino a quello che percepisce a Torino. E poi la madre di tutte le domande. È stato un affare o è stato un flop? Dopo la seconda eliminazione di fila agli ottavi, Ronaldo ci ha messo qualche giorno a rompere il silenzio. Le cronache degli ultimi giorni lo raccontano silenzioso, dubbioso, solitario, alieno.
Ma CR7 è sempre stato questo. Un alieno, appunto. Un marziano. Nel bene o nel male. Sa trascinare il gruppo, ma non è quasi mai stato capitano in carriera, se non del suo Portogallo. Porta la squadra alla vittoria, ma è lui a dover primeggiare. È un campione ingombrante, e la sua grandezza lo rende anche altro e altero rispetto a qualsiasi compagno. Lo è sempre stato, soprattutto alla Juventus, ma da un decennio lo è rispetto a qualsiasi altra squadra. È un brand, un’azienda ambulante e calciante per il mondo, di quelle ricchissime: è anche uno dei motivi per cui la Juve l’ha voluto all’ombra della Mole. In bianconero è fuori scala, a partire dal suo ingaggio che nello spogliatoio non può neanche essere un parametro di riferimento per i colleghi, tanto è inarrivabile. Un tempo quelli come lui si sarebbero definiti solisti. Lo è anche nei suoi risultati: negli ultimi tre anni ha segnato 95 gol in 123 partite. Come si può anche solo pensare di metterlo in discussione? Si può, dato che nello stesso periodo la Juve è andata via via scemando. Anche perché ha imboccato la via del controsenso: quella di un calcio associativo, col miglior individualista del mondo. Sta lì, in buona parte, gran parte delle risposte alle domande di cui sopra. Difficile rimproverare a Ronaldo di essere oggi quello che è sempre stato in tutta la sua carriera.
