Da Darboe a Zalewski, ecco come Tiago Pinto vuol far crescere i talenti di casa Roma

La gara di ritorno con il Manchester United ha sancito l’eliminazione dall’Europa League della Roma, ma ha accesso anche i riflettori su due stelle. La prima è quella di Darboe che colpisce anche per la sua storia. Da piccolo è stato costretto a scappare dal Gambia senza visto per l’Italia e una volta nel nostro paese solamente il suo talento e la casa famiglia in cui è stato accolto lo hanno aiutato a emergere. Poi c’è Zalewski, il pupillo di Tiago Pinto. Il gioiellino polacco è riuscito anche a trovare il gol della vittoria davanti al presidente della sua federcalcio, Zibi Boniek. Domani contro il Crotone, viste le tante assenze, potrebbero avere le loro chance, ma la Roma dall’arrivo del nuovo General Manager portoghese sta mettendo a punto il nuovo piano per far crescere i giovani. L’obiettivo è quello di facilitare il salto di categoria dalla Primavera alla prima squadra e per questo sono state varate già una serie di novità. Ad esempio 5-6 elementi (quelli di maggior spicco) delle giovanili di Alberto De Rossi si allenano quasi in pianta stabile con la prima squadra, già a partire dal lavoro effettuato in palestra.
Anche l’alimentazione viene calibrata sulla base di quella della prima squadra. Poi in base ai risultati durante la settimana si valuta chi può già far comodo a Fonseca (o Mourinho dal prossimo anno) e chi, invece, ha bisogno di fare ancora esperienza. Per i ragazzi che finiscono in prestito la parola d’ordine è giocare. Per questo le squadre dove dirottare i giovani saranno scelte non solo in base alle caratteristiche del calciatore, ma anche in relazione a chi garantirà più spazio. Insomma, meglio titolare in Eredivise piuttosto che la panchina alla Sampdoria. Nei piani del club poi c’è la ristrutturazione dell’area scouting, Bruno Conti e De Sanctis rimaranno al loro posto, mentre su Alberto De Rossi non c’è ancora certezza che sarà l’allenatore del prossimo anno della Primavera. Nei piani della dirigenza poi non rientra la creazione di una squadra B come ha fatto la Juventus, ma il modello al quale si guarda è quello del Lipsia o Salisburgo.
