Fascia da capitano e ottavi d’Europa League, Pellegrini sfida le due maledizioni della Roma

Le parole di Fabio Capello pronunciate dopo l’eliminazione della Juventus in Champions League risuonano attuali anche a Trigoria in questi giorni. “Il capitano non è solo quello scambia i gagliardetti. Ha delle responsabilità, ci deve mettere la faccia” spiegava negli studi di Sky Sport. Ecco, Pellegrini ieri in conferenza, almeno a parole, ce l’ha messa con la solita pacatezza che lo contraddistingue. Ora devono seguire i fatti. La Roma affronta lo Shakhtar agli ottavi di finale dell’Europa League e come detto dal sette giallorosso, vincere le due partite con gli ucraini sarebbe come ‘prendere due piccioni con una fava’. Invertirebbe un trend decisamente negativo con le grandi e permetterebbe ai giallorossi di approdare ai quarti di finale di una competizione che sembra quasi maledetta. Mai da quando si chiama Europa League, la Roma è riuscita da andare oltre gli ottavi. Ranieri uscì ai sedicesimi con il Panathinakos, Luis Enrique non superò nemmeno i preliminari con lo Slovan Bratislava, mentre nel 2015 a condannare Garcia fu la Fiorentina agli ottavi. Stessa sorte è toccata a Spalletti contro il Lione e a Fonseca lo scorso anno con il Siviglia. L’ultimo acuto europeo dei giallorossi risale alla semifinale di Champions conquistata con Di Francesco in panchina e a fare da sliding door ci fu proprio lo Shakhtar, battuto 1-0 al ritorno (dopo aver perso 2-1 in Ucraina) grazie al gol di Dzeko.
Il bosniaco stasera sarà in panchina, Pellegrini, invece, in campo e con la fascia al braccio. Dovrà guidare la Roma e il monito in conferenza è stato chiaro: “Basta errori. Se vogliamo arrivare in alto non c’è spazio per gli sbagli. Sono quasi due anni che lavoriamo insieme e dobbiamo dimostrare la consapevolezza acquisita”. Niente spazio nemmeno per le polemiche. Da quando è diventato capitano della Roma, infatti, è spesso stato nell’occhio del ciclone sui social per le prestazioni altalenanti e la foto con Immobile per il compleanno dell’attaccante della Lazio. “Non sono le critiche a spronarmi” ha spiegato Pellegrini che sta iniziando a capire la pesantezza dell’essere capitano a Roma. Tutti, dopo Totti e De Rossi, ci hanno fatto i conti. Florenzi non è mai entrato nel cuore della gente, Dzeko ci era riuscito ma ha litigato con Fonseca e ora la palla passa a Lorenzo, pronto a sfatare questa seconda “maledizione” perché l’ambizione del club è anche la sua. Parola di Pellegrini.
