FOCUS TMW - Il capolavoro di Semplici con il Cagliari: dall'esplosione di Nandez ai cambi di modulo

Il 19 febbraio, dopo la sconfitta contro il Torino alla Sardegna Arena, il Cagliari opta per il cambio di panchina. Fuori Eusebio Di Francesco, con un rinnovo che era arrivato solamente il mese prima, dentro Leonardo Semplici, autore di un miracolo sportivo con la SPAL negli anni precedenti e rimasto senza squadra dopo l’ottima cavalcata con gli estensi, rimasti in Serie A per tre anni consecutivi sotto la sua guida.
SFIDUCIA - Il primo ostacolo che Semplici ha dovuto affrontare era quella della crisi di una formazione che annovera, fra gli altri, anche profili di altissimo livello. Cragno, Godin, Nainggolan e Joao Pedro, calciatori che potrebbero servire anche a club più importanti - avendoci giocato per anni - oppure che ambiscono a qualcosa di più. Così la sfida è stata quella di rilanciare un gruppo abbastanza sfiduciato, ingabbiato in dogmi che avevano privato il singolo della possibilità di inventare e di mettere la propria qualità al servizio della squadra. Il lavoro sugli schemi e le codifiche dei mesi precedenti non aveva dato i frutti sperati, portando a tutti i problemi che il Cagliari ha sopportato nel corso dell’annata.
MODUS OPERANDI INCLUSIVO - Non è un caso quindi se i senatori sono migliorati enormemente, nel rendimento, proprio con Semplici. L’idea è poi facile da pensare, un po’ meno da attuare. Rendere partecipi tutti, anche chi giocava meno, per sfruttarne le caratteristiche: è un caso probabilmente che a fare la differenza contro il Parma sono stati Cerri e Pereiro, poco utilizzati in precedenza, mentre nelle ultime gare è stato buttato nella mischia anche Vicario, straordinario quando è stato chiamato in causa.
VALORIZZAZIONE DELLA ROSA - La metodologia ha portato ai risultati, anche facendo crescere la valutazione della rosa, sia nei grandi vecchi che hanno visto un’opportunità di rilancio, sia per chi è in rampa di lancio come Nandez, papabile uomo mercato dopo il cambio di ruolo: spostato sull’esterno ha dato il proprio meglio, con assist e incursioni. Non solo, anche Deiola e Zappa hanno trovato buono spazio, Marin è riuscito a invertire la rotta di una stagione altrimenti insufficiente, soprattutto pensando che è stato pagato oltre 10 milioni di euro. Se il Cagliari non deve rifare tutto è anche merito degli ultimi tre mesi.
CAMBIO DI MENTALITÀ - Così Semplici, bravo nelle sue idee e nella gestione dello spogliatoio, ha portato a una salvezza insperata, con 22 punti in 14 partite, pareggiando anche contro il Milan nell’ultima di campionato, fermando un Napoli lanciatissimo verso la Champions League. Il momento più importante, come ha sottolineato, è stato quello dopo la sfida contro l’Hellas Verona: lo 0-2 subito poteva essere una pietra tombale sulle speranze di salvezza, ma la squadra ha reagito bene (pur perdendo) contro l’Inter, guadagnando 15 punti nelle 7 partite successive, per una media da Europa.
MA ANCHE DI MODULO - L’altro aspetto interessante dell’ultima parte della stagione, al di là di un bottino ben più alto delle ventitré partite precedenti, è quello tattico. Nonostante un cambio di modulo, dal 4-3-3 utilizzato precedentemente a un più prudente 3-5-2, la squadra non ha avuto grandi problemi ad assimilare il cambio, producendo anche un discreto gioco: un attacco da 3 reti nelle ultime nove partite con Di Francesco ne ha segnati diciannove con Semplici, con la media abbassata dalle ultime due gare dove sono arrivati due zero a zero. Di più, in alcune gare più delicate (con Napoli, Roma, Fiorentina e Benevento) il Cagliari ha cambiato pelle, giocando con una difesa a quattro, mostrando anche una certa predisposizione a modificare l’assetto tattico.
