Genoa-Roma: giallorossi al 16esimo posto. La verità oltre il risultato
La sfida tra Genoa e Roma poteva essere l’occasione perfetta per il riscatto della squadra di DDR, invece si è trasformata in una lezione dura e amara: mai abbassare la guardia prima del triplice fischio. Anche se al termine mancano solamente 40 secondi. Puoi aver dominato la partita per 90 minuti o averne dettato i ritmi di gioco, quando sei in vantaggio di un solo gol, ogni distrazione può costare caro.
Ma non è solo una questione di attenzione: bisogna credere fino in fondo nelle proprie qualità. Ed è forse proprio questa convinzione che è mancata ieri a Marassi. Quella fiducia di poter portare a casa il risultato.
Un primo tempo completamente diverso rispetto al secondo: la Roma ha collezionato 11 tiri contro i 3 del Genoa nei primi 45 minuti, ma nella ripresa i giallorossi hanno prodotto solo 5 conclusioni contro i 17 tentativi dei rossoblù. Anche i tiri in porta hanno mostrato una svolta: nel primo tempo, la squadra ligure non ha mai centrato lo specchio, mentre la Roma ha tirato 5 volte. Nella seconda metà di gara, il Genoa ha trovato 8 conclusioni in porta, la Roma solamente 1.
La squadra di Daniele De Rossi ha concesso spazi e giocate, lasciando che il baricentro del gioco si spostasse in basso. Complice l’infortunio di Saelemaekers che ha cambiato l’assetto tattico della squadra togliendo velocità e spunti di gioco, complice il nervosismo accusato dopo aver visto negare un rigore netto, complice la non completa alchimia tra i vari interpreti, e complice la paura di dover difendere il vantaggio, si è arrivati al 95esimo minuto con l’incredulità di aver subito il gol del pareggio.
Tre punti in quattro partite sono pochi, soprattutto con la Roma attualmente al 16° posto in classifica. Sebbene ci sia ancora molto su cui lavorare, le fondamenta su cui costruire sono solide. Dovbyk ha segnato il suo primo gol e si è visto più consapevole e sciolto, Dybala ha inserito la sua solita fantasia ed estrosità di gioco, Konè ha recuperato palloni e fatto ripartire azioni da qualsiasi posizione, Pisilli si è distinto per la sua capacità di giocare il pallone con uno sguardo costantemente rivolto agli avversari, mai al pallone stesso, Saelemaekers per il suo pressing continuo.
Se le basi ci sono, è il momento di iniziare a costruire e dimostrare che questa squadra sa come trasformare le difficoltà in forza. È essenziale farlo prima che l’atmosfera diventi troppo tesa e insopportabile. L’Olimpico saprà pure aspettare, ma qui il risultato deve arrivare.