Derby Scudetto -1 - Il Festival di Zlatan, più forte di ogni Sunset Boulevard

Il Festival di Zlatan è una carriera lunga più di ventuno anni. Perché ha esordito tra i professionisti nel settembre del 1999, quando Gianluigi Donnarumma doveva ancora compiere sette mesi. Ibrahimovic è uno degli immortali del calcio internazionale, per ruolo e fisico forse lo è per antonomasia. Ha fatto ricredere pure l'ultimo degli scettici, con l'intelligenza e la perseveranza del grande professionista. Perché per quanto discusso, talvolta discutibile, Ibra ha un pregio che è incontrovertibile e inappellabile. La serietà del calciatore. Dell'atleta. Del trentanovenne che ha il fisico del ragazzo, la tenuta atletica di uno di dieci anni più giovane. Nel pallone a quell'età sei solitamente un ex, e se corri ancora sei visto come una vecchia gloria sul Sunset Boulevard. Zlatan invece no.
Fattore Z Al centro del dibattito c'è la sua futura e prossima partecipazione settimanale al Festival di Sanremo. Tra protagonismo, ego, spettacolo, personaggio, Ibra è anche questo, prendere o lasciare. Ma con una certezza di cui tutto il Milan è conscio: il suo gladiatore, il suo simbolo, non lo abbandona per mera vanità. Accordi pregressi e poi quel che sarà, sarà, lo svedese continuerà ad allenarsi e ci sarà per gli impegni di campionato. Non il massimo per chi ama il calcio che fu, ma quel anche questo è quello di oggi, così è se vi pare. 14 gol in 12 partite di Serie A dopo, poi, una nota stonata può starci, certo se esuliamo dallo scontro frontale con Romelu Lukaku. Però quella è tutta un'altra storia. Che il Festival abbia inizio.
