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Juve, il futuro è in buone mani: De Ligt rimane il perno su cui costruire il nuovo ciclo

Juve, il futuro è in buone mani: De Ligt rimane il perno su cui costruire il nuovo cicloTUTTO mercato WEB
© foto di Nicolò Campo/Image Sport
lunedì 28 giugno 2021, 16:00Serie A
di Ivan Cardia

Galeotta fu quella mano. ”Siamo usciti per colpa mia”, ha detto Matthijs De Ligt dopo l’eliminazione della sua Olanda. Senza di lui, espulso per quel goffo intervento sul pallone che ha cambiato il corso della partita. Un aspetto, quello della gestione degli arti superiori del proprio corpo, sul quale il difensore della Juventus può e deve ancora oggettivamente migliorare. Sin dal suo approdo in Serie A, De Ligt si è segnalato perché il pallone lo tocca alla grande con i piedi e con la testa, ma di tanto in tanto pure con braccia e mani, a volte sanzionato e a volte no. Nel pomeriggio di ieri, il VAR lo ha castigato e i suoi compagni, a partire da Blind che lo ha lasciato da solo a gestire l’uno contro uno, hanno fatto il resto.

Le critiche di Van Basten e l’Olanda di De Boer. Il Cigno di Utrecht aveva sentenziato: “De Ligt è andato in Italia per imparare a difendere, ma non penso sia migliorato così tanto”. In effetti, anche a voler non considerare la galeotta mano di cui sopra, c’è tutta la gestione di un pallone aereo abbastanza banale e sul quale era in evidente vantaggio, a chiamare a una riflessione. Aveva ragione Van Basten? Troppo facile, e anche abbastanza ingiusto, sostenerlo ora. Del resto, non è tutta colpa di De Ligt, se l’Olanda ha salutato Euro 2020, la manifestazione che doveva segnarne la rinascita e nella quale gli oranje hanno discusso per tutto il tempo su quale modulo utilizzare. Finendo per uscirne contro chi pensava soprattutto a correre e segnare più di loro.

Il futuro alla Juve. Se di tocchi galeotti a Torino se ne aspettano qualcuno in meno, la coordinazione delle braccia del classe ’98 non è affare che cambi più di tanto le intenzioni della Juventus. De Ligt, che resta un fuoriclasse, se si vuole goffo in determinati frangenti, è il perno attorno al quale si svilupperà il nuovo ciclo della Signora, che alla Continassa immaginano vincente quanto quello concluso. Non è da un fallo di mano che si giudica un giocatore: Allegri e tutta la Juve lo sanno benissimo, tant’è che al capitolo incedibili dell’album delle figurine bianconero c’è soprattutto il faccione del gigante olandese, in compagnia degli altri gioielli di famiglia Chiesa e Kulusevski. Che le mani siano l’ultimo dei problemi, lo pensano però anche tutte le big d’Europa, Real Madrid e Barcellona in primis. Può un’offerta a tre cifre far cambiare idea alla Juve? Tutti gli indizi puntano a un no secco.

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