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Juve, il ricambio generazionale era già in casa. È solo diventato plusvalenza

Juve, il ricambio generazionale era già in casa. È solo diventato plusvalenzaTUTTO mercato WEB
© foto di Matteo Gribaudi/Image Sport
martedì 23 marzo 2021, 16:06Serie A
di Ivan Cardia

Chiesa, De Ligt, Arthur, McKennie, Kulusevski. Chissà Demiral. Sono i giovani da cui la Juventus punta a ripartire, dopo il buco nero e il doppio colpo da KO rappresentato da Porto e Benevento. La meglio gioventù dei bianconeri, con un tratto distintivo in comune: nessuno di loro è stato costruito in casa. In una società che è l’unica in Italia ad avere allestito una seconda squadra, ma da troppo poco tempo perché possa dare titolari alla prima, il primo dato è che i migliori talenti in rosa siano arrivati dal mercato. Nel momento di rifondare, la Vecchia Signora, che non ha l’età media più alta del campionato ma poco ci manca (27,7 anni e sesto posto in questa graduatoria), non può non domandarsi che fine abbiano fatto altri calciatori. Quelli, giovanissimi o meno, italiani o no, che erano in casa, in ruoli che oggi sarebbero da coprire, e che invece adesso giocano altrove. Un esempio su tutti: manca un attaccante. Il PSG ha un ragazzino di discreto talento, che è cresciuto calcisticamente a Torino.

Sono diventati plusvalenza. Non c’è niente di male, sia chiaro: generare valore è legittimo, fintantoché si resta nei limiti del sostenibile. La bolla della Serie A forse è già andata oltre la soglia critica, ma questo è un altro discorso e non riguarda soltanto la Juve. Un nome è già stato accennato: alla Juve serve un attaccante. Moise Kean: 22,5 milioni di plusvalenza. Classe 2000, avrebbe fatto comodo in lista B contro il Porto. Alla Juve serve un terzino sinistro: la Roma si gode Leonardo Spinazzola. 26,6 milioni di plusvalenza. È stato ceduto per Luca Pellegrini: per ora è in prestito al Genoa, e Pirlo si è dovuto arrangiare con Frabotta. La Juve ha e avrà due gatte da pelare a centrocampo come gli ingaggi di Rabiot e soprattutto Ramsey. Con la stessa formula era arrivato Emre Can, che nell’unica vera stagione a Torino ha fatto meglio di entrambi: 12,4 milioni di plusvalenza. Scelta anche tecnica, si dice. Sono giocatori che sarebbero stati utili alla causa? Con i se non si va lontano, ma il dubbio viene. E nel grande puzzle di tante piccole delusioni, sono valutazioni che non servono a giudicare il passato, quanto a costruire il futuro.

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