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Juve, problema cronico: il centrocampo non è all’altezza degli altri reparti

Juve, problema cronico: il centrocampo non è all’altezza degli altri reparti TUTTO mercato WEB
© foto di Daniele Buffa/Image Sport
martedì 19 gennaio 2021, 06:45Serie A
di Simone Dinoi

La Juventus si lecca le ferite dopo la brutta sconfitta rimediata domenica sera sul campo dell’Inter. Un risultato meno pesante di quello che si è visto sul rettangolo verde: un dominio pressoché totale della squadra di Antonio Conte che, senza andare alla ricerca di ritmi elevati e soluzioni diverse da quelle abituali, ha sovrastato tatticamente, tecnicamente, fisicamente e mentalmente la compagine allenata da Andrea Pirlo. Ancora una volta, il reparto apparso maggiormente in difficoltà è stato quello mediano, governato in lungo e in largo dal centrocampo nerazzurro che ha banchettato nella zona centrale di San Siro. Proprio contro quel Vidal che ha fatto parte di uno dei reparti di mezzo più forti della storia bianconera, il centrocampo attuale della Juventus è sembrato, nuovamente, non all’altezza degli altri blocchi bianconeri.

RABIOT E RAMSEY INCONSISTENTI, BENTANCUR A VUOTO - Peggiori tra i peggiori: Adrien Rabiot e Aaron Ramsey (14 milioni netti + bonus a stagione all’attivo) sono caduti sotto i colpi dell’intensità targata Barella-Hakimi. Mai utili allo sviluppo del gioco, mai in pressione sui portatori di palla avversari con i tempi giusti, mai capaci di reggere l’urto, in particolare il francese, dello scontro fisico con gli avversari di turno. Nessuna giocata degna di nota, anzi, spesso e volentieri errori di posizionamento e di leggerezza evitabili, ancor di più in un big match del genere. E le riflessioni, sulla bontà degli investimenti fatti su questi due giocatori, hanno sempre più risvolti negativi. Prestazione da dimenticare anche per un Rodrigo Bentancur, in crescita nelle ultime settimane rispetto a un inizio complicato, quasi sempre incapace di comprendere i momenti della gara e i movimenti da attuare per coprire nel miglior modo il campo. Si è visto McKennie, non al massimo della forma ma capace nei minuti giocati di tentare quantomeno di scombinare quel piatto equilibrio che ha caratterizzato Madama al Meazza. Chi non si è visto proprio invece è stato Arthur: 90 minuti in panchina e una gestione ancora tutta da scoprire. Non sempre perfetto quando mandato in campo, ma se c’è una certezza è che quando il brasiliano ha il pallone tra i piedi il possesso diventa più sereno e che gli errori tecnici, che hanno contraddistinto la serata di Milano, diminuiscono. Il mercato di gennaio non offrirà nulla e Pirlo dovrà far quadrare il cerchio con quanto ha a disposizione. In estate però un ragionamento profondo la Juventus, sul suo centrocampo, dovrà necessariamente farlo.

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