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L'Atalanta non è ancora una grande del calcio europeo. Ieri ha avuto il demerito di sentirsi tale

L'Atalanta non è ancora una grande del calcio europeo. Ieri ha avuto il demerito di sentirsi taleTUTTO mercato WEB
© foto di Image Sport
mercoledì 17 marzo 2021, 13:21Serie A
di Andrea Losapio

Nella splendida e scintillante Champions League dell'Atalanta, che ha vinto ad Anfield e alla Johann Cruyff Arena, teatri del calcio mondiale e per questo vette inesplorate per una provinciale da soli due anni nel massimo trofeo continentale, c'è qualcosa che stride. Ed è stato forse il finale, agrodolce, contro un Real Madrid che non è stato affrontato al Bernabeu, ma al modesto Estadio Alfredo Di Stefano, modesto e in mezzo alla radura che porta all'aeroporto di Barajas. In tempo di Covid meglio di nulla, ma è evidente come sembrasse un'amichevole, non per i ritmi ma per il contorno.

Chissà, forse avere un impatto con il Bernabeu avrebbe fatto cambiare idea a Gasperini sulla tattica da utilizzare. Ma rispetto alle esperienze passate c'è stata l'idea di coprire, di difendere, di ripartire e di tirarla lunga. Come se nel secondo tempo potesse scoccare la scintilla che cambia il match. Una tattica attendista che l'Atalanta non si può permettere, semplicemente perché non è una grande squadra del calcio europeo. Quella forza, quella tecnica, quella maestria nel palleggio che contraddistinguono Kroos, Modric e Vinicius, l'Atalanta non ce l'ha in nessuno dei giocatori.

Così la forza fisica doveva avere il sopravvento. Il ritmo infernale messo contro il Paris Saint Germain finché c'è riuscita, oppure contro l'Inter - anche se poi è uscito un 1-0 per gli uomini di Conte - e nel secondo tempo della Juventus. Il pressing alto in più di qualche circostanza ha funzionato, ma Gosens e Maehle non attaccavano l'area come sempre, non ripartivano a folle velocità come fanno nel campionato italiano. C'è da dire che l'avversario è forse il peggiore possibile, partendo da uno svantaggio, ed è pacifico come sia differente anche l'approccio. Però l'Atalanta che "non voleva snaturarsi" ieri ci ha provato, ha cercato di gestire.

Lo diceva Brera, nei suoi libri, che c'è un tempo per attaccare e uno per difendersi, anche se il risultato non arride a chi difende. Gasperini probabilmente ha mutuato questa scelta, provando a gestire. È vero anche come ci sia una partita pre e una partita post Sportiello, ma può capitare di sbagliare un passaggio e di andare sotto, ma così hai perso tutte le certezze accumulate. I calcoli vanno fatti contro l'Ajax, quando si è in posizione di dominio, e sono anche giusti. Non quando di fronte hai il Real Madrid e stai perdendo. Non c'è riprova, le analisi del giorno dopo sono anche fin troppo semplicistiche. Ma ieri l'Atalanta ha avuto il demerito di sentirsi una grande del calcio europeo, cosa che non è (ancora).

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