Prof. Di Bartolomeo: "Bove salvato dalla velocità dei soccorsi, sul resto nessuna certezza"

Il professor Roberto Di Bartolomeo, tra i più apprezzati specialisti italiani in chirurgia cardiaca, ha rilasciato una intervista al 'Corriere dello Sport' per parlare del caso Bove: "Cosa abbiamo capito fin qui? Che a salvarlo è stata la velocità dei soccorsi. Otto minuti dopo il malore era già in policlinico. Su tutto il resto si è detto molto: la torsione di punta, il potassio basso, la cicatrice nel ventricolo sinistro. Ma non si hanno certezze".
E ancora in un altro passaggio: "Gli atleti con defibrillatore non sono idonei all’attività sportivo-agonistica? In Italia non lo sono. Ricordate Kanu? Aveva un aneurisma dell’aorta ascendente e fu operato, gli fu salvata la valvola aortica. La parte dilatata è stata sostituita e non aveva una protesi meccanica, eppure dovette comunque andare in Inghilterra".
I controlli sono migliorabili?
"Credo si faccia già tutto il possibile. Non si fa la coronarografia solo perché le coronarie si ammalano in genere dopo i 50-60 anni".
Si può fare qualcosa, invece, per formare i calciatori al primo soccorso?
"È sempre un bene, per tutti i cittadini, conoscere le manovre di primo soccorso. Si apprendono in corsi di poche ore. È comunque sempre meglio che intervenga chi è del mestiere. Cataldi ad esempio è stato bravissimo con Bove, ma quella manovra, se non fatta bene, può essere anche deleteria per il paziente".
