Ritratto di Nicola Zalewski, il fantasista polacco che ha stregato tutti. Compresi Mourinho e Boniek

Nicola Zalewski nasce a Tivoli ma è di Poli. Questioni antiche di campanile, come da sempre in Italia. Però il senso d'appartenenza non mente e il classe duemiladue della Roma ora sulle pagine di tutti i quotidiani polacchi, non ha dubbi: le luci del giorno che sente sue sono quelle delle alture dei Prenestini. I primi calci alla Polense, poi allo Zagarolo, col giallorosso tra i sogni e le ambizioni di un piccolo trequartista dal sangue polacco. Perché il padre Christopher decise di fuggire dal Regime in patria e di trovare una nuova vita in un piccolo paese arroccato sui colli del Lazio. Quasi trent'anni fa, in compagnia della moglie, decise di aprire una piccola ditta di lavori edili.
ANNO 2002 Nel gennaio 2002, Nicola. Che nasce fantasista, cresce fantasista e ora ha esordito lì, nel ruolo dei predestinati, con la Nazionale maggiore polacca. A neppure dieci anni va nel settore giovanile della Roma. I sogni son desideri. Fa tutta la trafila nel settore giovanile, poi la Primavera e poi la prima squadra. Un giovanissimo e inarrestabile percorso tutto al fianco della Gp Soccer and Management, una strada che lo ha portato ora fino a lavorare con un maestro come José Mourinho. Un onore, per un ragazzo che ha il giallorosso nel cuore, che non si è mai sentito lontano da Roma, neanche quando a quattordici anni aveva qualche chilo di troppo. Una volta realizzato, insieme alla società, la famiglia non ha esitato un attimo e insieme a Zalewski ha intrapreso un percorso di regime alimentare che lo ha portato ad avere un fisico da atleta. Quello che, oggi, sotto l'ala dello Special One, sotto i suoi consigli, i suoi rimproveri, sogna la maglia dei suoi desideri. Da protagonista.
SOTTO LO SGUARDO DI BONIEK Zalewski è nato in Italia ma la Federazione ha tentato solo dei timidi approcci per provare a portarlo in azzurro. Un caso certamente curioso, visto che sin dall'Under 15, il fantasista di Poli è stato nazionale polacco. Scelto da Boniek, uno che di Capitale se ne intende e poi guida della Federcalcio polacca. In Under 15 inizia e il responso è di 'giocatore tecnicamente molto bravo ma da aspettare nel percorso di crescita'. Maturazione fisica, cose naturali. Arriva e arriverà, tanto da fargli bruciare le tappe, da farlo convocare in Under 20 al Mondiale dove esordisce e gioca contro Tahiti pur di tre anni sotto età, tanto da farlo chiamare in Nazionale maggiore saltando uno step dopo l'altro.
SOGNANDO TOTTI E NEYMAR In Polonia è stato paragonato, per ovvie ragioni di talento e tattica, a Piotr Zielinski, sebbene adesso Zalewski agisca anche più esterno. A Roma, due idoli, due modelli, di calcio e vita: Francesco Totti e Lorenzo Pellegrini. Con la Polonia, uno: Robert Lewandowski. Nel mondo, Neymar, per genio, estro, fantasia. Tifa Roma e non ha altri pensieri, lui che a sedici anni, al compimento d'età, nel gennaio 2018, ha firmato il primo contratto da professionista. Poi un rinnovo e poi un ulteriore rinnovo alla fine del 2020 fino al 2024. Per sognare ancora. A occhi aperti.
