Menu Serie ASerie BSerie CCalcio EsteroFormazioniCalendari
Eventi LiveCalciomercato H24MobileNetworkRedazioneContatti
Canali Serie A atalantabolognacagliariempolifiorentinafrosinonegenoahellas veronainterjuventuslazioleccemilanmonzanapoliromasalernitanasassuolotorinoudinese
Canali altre squadre ascoliavellinobaribeneventobresciacasertanacesenalatinalivornonocerinapalermoparmaperugiapescarapordenonepotenzaregginasampdoriaternanaturrisvenezia
Altri canali serie bserie cchampions leaguefantacalcionazionalipodcaststatistichestazione di sosta

Sassuolo, De Zerbi: "Io in una big? Sì, se ci sono le condizioni. Locatelli non sia superficiale"

Sassuolo, De Zerbi: "Io in una big? Sì, se ci sono le condizioni. Locatelli non sia superficiale"TUTTO mercato WEB
© foto di Daniele Buffa/Image Sport
sabato 27 marzo 2021, 22:45Serie A
di Alessandra Stefanelli

Ospite d'eccezione oggi su Twitch nella Bobo TV di Christian Vieri. Assieme a Bobo, Lele Adani, Antonio Cassano e Nicola Ventola c'era infatti anche l'allenatore del Sassuolo Roberto De Zerbi. Di seguito la trascrizione dell'intervento ripreso da Sassuolonews.net: "Dove mi piacerebbe allenare? I giocatori bravi ci sono dappertutto, poi in base ai giocatori la squadra prende l'indirizzo. Secondo me la grandezza di Guardiola è stato l'adattare la stessa idea in base ai calciatori e in base ai campionati. Io sono andato a Monaco a vederlo. Gli ho chiesto perché metteva più cross rispetto al Barcellona. Mi ha detto con una gran semplicità: 'Qui sono abituati al cross'. Io voglio divertirmi. Poi passi per filosofo ma a me piace divertirmi. L'allenatore è un lavoro talmente stressante, sotto i riflettori, e se uno nemmeno si diverte diventerebbe pesante".

E ancora: "Se mi sento pronto per una big? Se ci sono le condizioni e vuol dire giocatori di un certo tipo, avere l'autonomia completa che io voglio avere sì, altrimenti non mi sentirei pronto nemmeno per una squadra di livello inferiore del Sassuolo. Cosa vuol dire essere pronti? Io a 34 anni ho allenato il Foggia e in C non puoi passeggiare. Hai più pressioni a Foggia in C che a Sassuolo in A tra stampa e tifosi. Se fai questo lavoro devi sentirti pronto. Poi devi fare la conta con il materiale che hai a disposizione e le condizioni in cui ti mettono. Ogni tanto l'allenatore deve avere la forza di dire di no, non per paura perché i giocatori sono più importanti nell'andare a prendere il risultato ma non per sminuire la mia figura. L'allenatore ti può dare tutto ma poi chi determina e lo dico perché ero un trequartista, determina la scelta, l'intuizione del calciatore, quello che vede lui non lo può vedere l'allenatore, ti può aiutare dalla panchina ma in campo ci va il calciatore. Quando ho iniziato pensavo che l'esperienza non fosse determinante. Alleno da 8 anni, ho quasi 250 panchine nei professionisti e ho 41 anni e l'esperienza ti dà vedere prima quello che succede poi ed è tanto però perdi qualcosa, qualcosa devi lasciare per strada. Io ero più vulcanico prima, un po' sono legato a quel De Zerbi prima maniera, adesso non conto fino a 10 ma fino a 6-7. Prima ero più spontaneo, più diretto, e quella spontaneità arriva in maniera forte, diretta ai giocatori".

Su Locatelli e Boga: "Sono tutti e due giocatori con i quali mi sono scontrato forte, forte, forte. Con Locatelli all'inizio del secondo anno, ma pesante proprio, perché entrambi sono stati dotati di qualità superiori da madre natura. Io ho cercato di migliorarli in due cose: dargli un ordine in campo, Boga non sapeva attaccare la profondità e per un attaccante che vuole la palla sui piedi 10 volte su 10, è meglio alternare. Sono migliorati nella testa. Locatelli dovrebbe perdere un po' la superficialità che ha, ha anche quel briciolo di presunzione che serve. Lui nella sua testa si vede titolare all'Europeo con l'Italia ma non deve essere superficiale. E' un giocatore di livello mondiale. Boga ha doti tecniche, fisiche, pazzesche ma è troppo timido, è riservato, non chiama la palla in campo, non si impone come un giocatore del suo talento. Adesso ho avuto anche uno scontro con lui e speriamo che serva per aiutarlo. A me piace essere d'aiuto con i giocatori, spero che tra qualche anno possano ricordarmi importante per la loro crescita".

Su Sensi: "È un altro giocatore di cui sono innamorato. Io l'ho allenato, quando l'ho preso pensavo fosse un organizzatore di gioco come Xavi e invece lui ha anche qualcosa, stando nei paragoni, di Iniesta. Al primo anno avevo Boateng in attacco, non dà profondità e veniva incontro e giocavamo con due sotto di lui, lui giocava di prima e ho fatto giocare Sensi e Bourabia mezz'ala, e lui ha anche le caratteristiche della mezz'ala. Il problema in questi ultimi due anni sono gli infortuni. Ha personalità, qualità da vendere. Un ragazzo serissimo, non ha limiti, infortuni permettendo".

Primo piano
TMW Radio Sport
Serie A
Serie B
Serie C
Calcio femminile