Tovalieri: "Ho pianto quando ho saputo di Protti, è come un fratello per me"

“È un fratello per me. Igor è stato una presenza importantissima dentro e fuori dal campo”. Sandro Tovalieri, intervistato da Sky Sport, ha parlato così di come ha preso le notizie sulle condizioni di salute di Igor Protti, che ha rivelato di lottare contro un tumore: “Quando ho saputo dei suoi problemi di salute non ti nascondo di aver pianto, perché gli voglio bene veramente. Non siamo mai stati gelosi l’uno dei gol dell’altro, festeggiavamo insieme, ci interessava solo il Bari. Con lui ho trovato un compagno di squadra e anche un compagno di vita: abitavamo vicini, le nostre famiglie passavano tanto tempo insieme. Un rapporto bellissimo che mi tengo stretto per la vita. Spero che mi dica al più presto possibile che ha sconfitto quel brutto male che lo ha colpito. Gli voglio bene”.
Nel corso della chiacchierata, Tovalieri ha ricordato gli anni in attacco con Protti a Bari: “Sono stati i più importanti e i più belli della mia carriera, quelli dove ho espresso tutte le mie qualità, vincendo un campionato di B, e dove ho rischiato di vincere la classifica cannonieri in Serie A. La gente mi ha rispettato come calciatore e come uomo, a distanza di 30 anni ancora mi ricordano con piacere e non può che essere motivo di orgoglio, considerando il tempo e i calciatori che sono passati. Io, Igor Protti, Joao Paulo siamo rimasti nel cuore dei tifosi, ci invitano sempre allo stadio o alle feste della società. E se ho modo di andare, vado sempre con grande piacere”.
L’intervista è stata per il Cobra l’occasione di un bilancio della propria carriera: “Positivo, non direi ottimo ma più che discreto. Forse mi darei una chance in più con la Roma. Magari sarei rimasto a vita come ha fatto Totti. Ma con il senno del poi è troppo facile, magari non avrei giocato così tante partite e segnato tutti quei gol. Prendo tutto ciò che ho fatto di buono, soprattutto l’affetto dei tifosi che anche a 60 anni mi ricordano con piacere. Ora è il momento di guardare avanti e di cercare di fare qualcosa per i giovani, visto che fanno molta più fatica di un tempo a emergere e il calcio italiano non vive un buon momento. Certo, sarà molto difficile rivedere un Totti, un Del Piero, un Baggio”.
