Empoli, Pagliuca: "Se mi sento sotto esame? Dobbiamo fare meglio tutti"

Dopo il pareggio nel derby contro la Carrarese, Guido Pagliuca, tecnico dell'Empoli ha così presentato la gara di domani contro il Monza (fonte PianetaEmpoli):
Le analisi post Carrarese: “Dopo la partita abbiamo analizzato ciò che di buono è stato fatto e ciò che va migliorato. Dobbiamo concentrarci subito su quello che dipende da noi, in particolare sull’aspetto caratteriale: avere dentro il desiderio e la determinazione di fare punti, che danno valore ai tanti sacrifici che questo gruppo compie. Il desiderio deve essere forte, deve vedersi in ogni pallone, in ogni secondo della gara, in ogni momento in cui un giocatore è in campo.”
Che Monza aspettarsi? “Il Monza è una squadra che ha mantenuto 12-14 giocatori della scorsa stagione, mentre noi abbiamo cambiato tantissimo. Anche loro si trovano in una situazione di risultati simile alla nostra. Sarà quindi una partita difficile per entrambe le squadre, dove gli episodi potranno incidere. Noi dovremo essere bravi a lottare, ad andare forte sull’avversario, a recuperare la palla con cattiveria ed energia: questo sarà un aspetto determinante.”
Il ritorno alla vittoria: “Siamo alla quinta giornata e non vinciamo da quattro turni: il nostro obiettivo è tornare il prima possibile alla vittoria, con tutte le energie, la cattiveria e la voglia che abbiamo per l’Empoli. Sappiamo di aver ricevuto delle critiche nelle ultime due gare: sono giuste, perché ci sono state cose da rivedere. Le critiche però vanno usate come stimolo, come forza interiore per migliorarsi, per dare qualcosa in più sul campo, per affrontare questo momento con tenacia e con il senso di efficacia che cerchiamo per tutta la durata della gara. Anche la rabbia che nasce dalle critiche deve trasformarsi in maggiore attenzione e concentrazione. Quelle costruttive ci servono, quelle inutili no. Noi siamo consapevoli della nostra forza, del gruppo e del percorso che abbiamo appena iniziato.”
La squadra troppo lunga sul terreno di gioco: “Sulla sensazione che la squadra a tratti si allunghi troppo, concedendo spazi: sì, è vero. Partiamo bene, ma in certi momenti ci allunghiamo e ci sfilacciamo, soprattutto quando andiamo sotto nel punteggio. È un aspetto che dobbiamo migliorare. Non possiamo risolverlo in un giorno, ma dipende molto anche da ciò che ognuno porta dentro sé stesso in partita. A livello tattico non siamo ancora una squadra rodata: con 24 giocatori nuovi serve tempo e lavoro. È vero anche che in alcune occasioni si sono visti errori individuali dettati dall’insicurezza. Dobbiamo però restare concentrati sul presente: chi fa questo mestiere deve avere la forza interiore di reagire e di trasformare la critica in energia, concentrazione e voglia di migliorare. Questo è un gruppo che lavora tanto e che può crescere stringendosi ancora di più e unendosi nelle difficoltà.”
Si continuerà con la difesa a tre? “Quello vediamo, le strutture interne posso variare per vari aspetti. Per quanto riguarda la difesa: non è solo una questione dell’ultimo reparto. La fase difensiva deve migliorare complessivamente, dalla prima pressione fino alla linea arretrata. Dobbiamo lavorare sui tempi di uscita, che a volte non sono corretti, e questo porta ad arrivare in ritardo sulla pressione, con la conseguenza di allungare la squadra. La responsabilità è mia, perché la fase difensiva deve partire dagli attaccanti.”
La fase offensiva e l’opinione su Saporiti: “Rientrava da un infortunio di un mese e mezzo, si è fatto trovare pronto e ha disputato una buona gara. Ora valuteremo chi ha energie per giocare, anche perché la squadra è giovane e qualcuno dovrà stringere i denti. In generale, non sono ancora del tutto soddisfatto: dobbiamo essere più rapidi nelle letture, più naturali nei movimenti, sia in fase difensiva che offensiva. Oggi in attacco abbiamo ragazzi molto giovani, ma serve crescere nella velocità e nella spontaneità delle giocate.”
Si sente sotto esame? “È normale sentirsi sotto esame: tutti avremmo voluto fare meglio, non solo nei punti, ma in tutto quello che portiamo in campo. E i punti, naturalmente, sono la traduzione del lavoro che facciamo”
