L'altro fronte del Brescia: servono 6 milioni per l'iscrizione. Con o senza cessione del club

Se da un lato il Brescia è impegnato in una battaglia legale, che si preannuncia lunga, per far valere le proprie ragioni in vista della penalizzazione di -4 punti per i mancati pagamenti delle trattenute IRPEF e INPS che condannerebbero il club alla retrocessione in Serie C, dall’altro lato si guarda alla scadenza del sei giugno quando andrà formalizzata l’iscrizione al prossimo campionato per la quale servirà una fideiussione da 800 mila euro – o 700 mila in caso di terza serie – a cui andranno allegati anche i documenti che testimoniano i pagamenti degli stipendi, che scadono due giorni prima, e delle imposte.
A causa del buco creatosi con l’Agenzia delle Entrate, da circa 1,9 milioni di euro, per i crediti d’imposta che hanno fatto esplodere il caos nei giorni scorsi, la cifra prevista di quattro milioni di euro si è alzata fino a sfiorare i sei, come riporta il Corriere di Brescia citando fonti interne alla società lombarda, che può far correre rischi peggiori della penalizzazione e della retrocessione in terza serie alle Rondinelle.
Per questo nelle ultime ore si sta provando a trovare una quadrature dei conti affidandosi ad alcuni amici fidati come Daniele Scuola(sponsor con Dac) e Tommaso Ghirardi (ex presidente del Parma, amico dell’attuale proprietario e di Scuola stesso) che sono legati anche all’ex dirigente bresciano Francesco Marroccu che potrebbe tornare in sella dopo le esperienze da direttore generale (tra il 2018 e 2019) e direttore tecnico (nel 2021-22). Con sullo sfondo un gruppo statunitense che da tempo è sulle tracce della società.
In gioco c’è la sopravvivenza del Brescia che, senza quei sei milioni di euro, rischia di ripartire dall’Eccellenza. “I problemi seri ora sono due. Il primo: il gruppo americano resta convinto dell’operazione pure in Serie C (bisogna iscriversi però), ma le vicende delle ultime ore hanno provocato dubbi legittimi. Il secondo: chiudere una cessione in una decina di giorni è un’acrobazia. - si legge sul quotidiano - Se ci sarà la volontà dei protagonisti (Cellino incluso), si lavorerà a un primo step immediato con i sei milioni che varranno come caparra. A quel punto, il proprietario potrebbe dimettersi da presidente rimanendo però come proprietario reale, sino alla chiusura definitiva dell’operazione”.
