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Spezia, Stillitano: "Sogniamo la Serie A, ma restiamo con i piedi per terra"

Spezia, Stillitano: "Sogniamo la Serie A, ma restiamo con i piedi per terra"TUTTO mercato WEB
ieri alle 16:19Serie B
di Daniel Uccellieri

Charlie Stillitano si è insediato ufficialmente come presidente dello Spezia con l’arrivo della nuova proprietà guidata da Thomas Roberts. In un’intervista rilasciata a Diretta.it, ha raccontato emozioni, ambizioni e motivazioni che lo hanno riportato in Italia e, soprattutto, nel calcio.

"Mi sento come se stessi tornando a casa", ha detto Stillitano. "Sono cresciuto in una famiglia dove il calcio era tutto. Se mio padre fosse ancora vivo, sarebbe orgoglioso di me".

Racconta un ricordo che ancora lo emoziona: "Ero allo stadio nel 1990, per la semifinale persa dall’Italia. Alla fine chiamai i miei a casa dagli Stati Uniti con una cabina telefonica. Mia madre rispose e mi chiese se stessi bene. Non riuscivo a parlare, così passò il telefono a mio padre. Nemmeno lui riusciva a dire nulla. Piangevamo e basta".

Ma cosa rappresenta oggi il calcio per lui? "Oggi è il mio lavoro, ma non in senso negativo. È ancora quel calcio che mi commuoveva. Quando iniziai quest’avventura, nel 1994, mio padre non c’era più. È stata un’evoluzione: da tifoso a professionista. Ma il cuore è rimasto lo stesso".

Il progetto Spezia, secondo Stillitano, ha un obiettivo preciso: la Serie A. Ma senza ansie. "Funzionerà solo se riusciremo ad arrivare nella massima serie. Però non abbiamo fretta. Se non succede quest’anno, andrà bene anche il prossimo o quello dopo. L’importante sarà costruire qualcosa che duri, non un fuoco di paglia".

Ma qual è stato il ruolo di Thomas Roberts in tutto questo? Stillitano racconta: "Tom è stato molto diretto: “Non mi servi per i soldi, né per la gestione quotidiana. Mi servi per la tua esperienza calcistica. Non conosco il calcio italiano, ho bisogno di qualcuno come te”. È stato lì che ho capito che potevo davvero essere utile, mettere a frutto i contatti, le relazioni, tutto quello che ho costruito in questi anni. Voglio aiutare lui, il club e la comunità. Ho già fatto alcune chiamate importanti... anche se non posso ancora dire a ch".

C'è spazio per sognare? "Assolutamente sì. Ma sempre con i piedi per terra. Il club ha basi solide: staff, allenatore e giocatori sono di valore. E se guardiamo con gli occhi di Tom, anche dal punto di vista commerciale ci sono grandi opportunità. Ma il sogno vero è diventare una squadra stabile di Serie A".

Il territorio potrà fare la sua parte? "Certo. Lavoreremo anche sul lato commerciale. Le Cinque Terre sono un patrimonio unico, possono attrarre turismo e visibilità internazionale. Ma prima viene una cosa sola: calcio, calcio, calcio. Perché se non vinci, non piaci a nessuno".

Infine, una riflessione personale che chiude il cerchio: "Sono nato in una famiglia calabrese, di Gioia Tauro, il porto più grande del Mediterraneo. Sono cresciuto a Elizabeth, New Jersey, altro grande porto. E ora eccomi qui, in un’altra città di mare. Deve esserci un filo che lega tutto questo".

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