Brescia, Pasini accelera le operazioni: caccia a un socio. E c'è da sciogliere il nodo stadio

Il patron della Feralpisalò Giuseppe Pasini accelera sul progetto per far ripartire il Brescia, dopo il fallimento decretato dai mancati pagamenti da parte di Massimo Cellino, dalla prossima Serie C, ma il tempo stringe. Entro il 15 luglio infatti bisogna cambiare la denominazione – con il nome Leonessa dato fra i più probabili - dell’attuale società e trasferirsi dalle rive del Lago di Garda in città, ma Pasini non vuole accollarsi da solo l’onere dell’operazione come spiega Bresciaoggi.
L’imprenditore cerca infatti almeno un nuovo socio, possibilmente giovane, di peso non solo per una questione economica, ma anche per una questione anagrafica volendo avere già in società una figura che possa succedergli un domani. Inoltre Pasini punterà molto sulla brescianità che era venuta meno negli ultimi anni in modo che la piazza possa essere orgogliosa della società a prescindere dalle persone che la compongano. La certezza è che Daniele Scuola ci sarà avendo dato già la sua disponibilità a sostenere il nuovo Brescia ancora come sponsor principale. Da capire se avrà invece cambiato idea sulla sua partecipazione diretta che in passato ha sempre escluso.
Ci sono però ancora degli altri nodi da sciogliere come quello legato allo stadio Rigamonti. “Massimo Cellino è titolare di una concessione fino al 2028, ma il contratto col Comune decade se: 1) non vengono pagate 2 rate, anche non consecutive; in questo caso l’inadempienza riguarda le ultime 2 scadenze per un totale di 157.500 euro; 2) la priorità dell’utilizzo del Rigamonti va alla squadra di maggior pubblico interesse”. Se l’operazione Pasini andrà in porto il suo Brescia diventerà la squadra con il secondo requisito, molto più di quella che Cellino potrebbe, in teoria, iscrivere in Eccellenza.
