Trento, Tabbiani: "Ho a disposizione una rosa omogenea. Di Carmine? Spiace non averlo"


Il tecnico del Trento Luca Tabbiani è intervenuto nel corso della trasmissione A Tutta C, in onda sulle frequenze di TMW Radio per parlare dell’inizio della stagione e fare il punto sul mercato appena concluso.
Mister, la nuova stagione è iniziata e per voi ci sono già tre gare ufficiali alle spalle: una di Coppa Italia e due di campionato. Quali sono le sue prime sensazioni, vissute da dentro quel "meraviglioso rettangolo verde", su questa nuova annata e sul Trento, che ora si è ufficialmente completato dopo la chiusura del mercato?
“Come sempre, ha detto la parola giusta: la cosa più bella è proprio il rettangolo verde. Quando siamo lì a lavorare, siamo sempre contenti, è forse la cosa che manca di più quando non ce l'hai. Detto questo, ci aspetta il solito campionato di Serie C, molto combattuto e equilibrato. Ogni girone ha tre o quattro squadre che lottano per il vertice, e in generale c'è un equilibrio enorme dove i dettagli e l'attenzione fanno la differenza. Se si guardano gli ultimi anni, dalla quarta alla decima posizione ci sono due o tre punti di differenza. Questo fa capire quanto sia complicato rimanere sempre lucidi e dare importanza a ogni singolo punto”.
Parliamo del mercato. Avete fatto tante operazioni e mi sembra di vedere una rosa omogenea, senza grandi lacune. Questo è il mio pensiero, lei cosa ne dice?
“No, condivido. Abbiamo lavorato in piena sinergia. Ognuno ha i suoi compiti: ormai una squadra di Serie C è un'azienda, con direttore generale, direttore sportivo, allenatore, ognuno deve occuparsi del suo spazio. È normale che ci siamo confrontati spesso con il direttore sportivo; lui ha più conoscenza dei giocatori e mi ha messo a disposizione una rosa omogenea. Abbiamo tutte le coppie, il livello è molto equilibrato, quindi ogni domenica possiamo fare delle scelte. Nella prima partita, per esempio, i cambi hanno dato una grande mano a portare a casa il risultato. Siamo soddisfatti, abbiamo ringiovanito un po' con tanti giovani di valore. Anche se dire "giovane" per un ragazzo del 2004-2005 è un po' forzato, hanno 20-21 anni e possono essere considerati già con un po' di esperienza. Di solito, il primo anno fuori dalla Primavera si paga un po' il dazio, ma io sono rimasto colpito positivamente: li ho trovati subito pronti, svegli e con buonissime conoscenze”.
Tra i "vecchietti" che non ci sono più, prometto che è l'ultima sul mercato, se n'è andato Samuel Di Carmine. Quanto le dispiace non averlo più a disposizione, anche considerando che lo scorso anno ha smentito chi dubitava di lui per l'età e i problemi fisici?
“Tocchiamo un argomento di un giocatore al quale sono legato affettivamente. Abbiamo costruito un rapporto umano molto importante, quindi il dispiacere è anche non averlo più come un amico che cambia città. La società comanda, ha le sue esigenze e dei rapporti che vanno gestiti. In queste situazioni, l'allenatore d'estate deve un po' mettersi da parte, o almeno dire due cose sulle caratteristiche che vorrebbe. Di Samu, calcisticamente, non devo commentare io. Abbiamo un rapporto bello, puro, che va al di là del rettangolo verde e ce lo teniamo stretto anche per il futuro”.
Concentriamoci sul campo. Mentre A e B si fermano, la C continua. Sabato il terzo turno. Facendo un passo indietro, cosa dice a mente fredda del pareggio con l'Union Brescia? E vede la formazione di Diana, sconfitta all'esordio dall'Arzignano, come una possibile outsider per insidiare Vicenza e Cittadella in vetta?
“Per me il Brescia non sarà un outsider, ma una delle candidate a lottare per la promozione insieme a Vicenza e Cittadella. Ha tantissime qualità. Anche l'Inter Under-23, con tutti ragazzi al primo anno, ha grandissime qualità e crescerà tantissimo. Sulla nostra partita: è stata un po' strana. Non mi piace parlare di merito, ma una squadra sotto spinge di più. Siamo partiti molto bene, partita pari fino al gol, anzi, avevamo la sensazione di poter colpire. Abbiamo preso un gol da una punizione battuta veloce e quello ha condizionato un po'. Ne usciamo bene: abbiamo affrontato una top squadra e tenuto testa. Forse potevamo fare di meglio a livello di risultato, ma nelle prime giornate l'importante è crearsi un'identità forte e sapere cosa fare. Il campionato è lungo: divido in tre blocchi. Nella prima parte devi costruire qualcosa di solido per avere le certezze nella fase più importante, quella finale”.
Prossima gara: sabato in casa del Novara. Quali difficoltà si aspetta in Piemonte?
“Il Novara è una di quelle squadre di quella fascia dal quarto al decimo posto di cui parlavamo, c'è molto equilibrio. Andiamo a fare una partita che potenzialmente è uno scontro diretto per quelle zone. Affronteremo una squadra competitiva, che ha cambiato molto nel mercato, in una piazza importante. In Serie C non esistono partite con un favorito netto, escluse le big. Sono tutte gare equilibrate dove un episodio può cambiare tutto. Vedo la squadra che sta crescendo fisicamente, anche se abbiamo iniziato bene. Questa settimana ho visto un ulteriore step in più. Come in tutto il girone, si inizieranno ad alzare i ritmi, che nelle prime 2-3 partite sono stati un po' più bassi. Sarà una partita a duello, contro una squadra che tende a giocare e portare tanti uomini in avanti. Spero e penso possa venire una bella partita divertente”.
Nel vostro girone c'è la Triestina, che non sta attraversando un momento semplice da mesi. Nonostante siamo solo alla terza giornata, con una penalizzazione di sette punti (ora sei dopo il pareggio col Lecco), si può già parlare di un girone "falsato"?
“Io sono anche legato a Trieste, ci ho giocato tre anni e mezzo ed è nata mia figlia piccola lì. È sempre un dispiacere vedere la Triestina in questa situazione. Non so esattamente cosa stia capitando, ma leggo che sembra si stia inserendo qualcosa di capitale. Se la squadra rimane competitiva com'è adesso – magari non con le ambizioni di vincere degli altri anni, ma competitiva – al di là della penalizzazione che è una bella botta, si vedranno partite difficili contro di loro. La reputo una rosa da playoff a punti a zero. Chiaro che se dovesse essere esclusa, diventerebbe una scocciatura per gli scontri diretti. Mi auguro di vedere sempre meno queste situazioni, perché è una brutta pubblicità per la Serie C. Poi si dice che la CIE è un disastro, ma dipende: ci sono realtà in difficoltà, ma tante sono serie. Io lavoro in una società serissima, come in passato, dove non manca nulla, sei trattato da professionista e lavori come tale. Purtroppo, non avendo grandissimi introiti, la fortuna è capitare con persone che rispettano i lavoratori e non fanno il passo più lungo della gamba”.
Per chiudere in positivo, torniamo al mercato. Oggi ha parlato uno dei volti nuovi, Riccardo Fiamozzi, che è proprio di Trento. Quanto è importante per un allenatore, a livello psicologico, motivazionale ed emotivo, avere calciatori che vestono quella maglia e sono "a casa"?
“Ha fatto una bella domanda. Io stesso con il presidente parlo di senso di appartenenza. Negli ultimi anni si è un po' abbandonato, i giocatori cambiano casa molto frequentemente. I Totti, i De Rossi, i Prandelli stanno un po' andando via. A me dispiace, perché il senso di appartenenza fa dare qualcosa in più. Se sei legato alla squadra, alla società, ai tifosi, al tuo ambiente, riesci a esprimere qualcosa di più. Oggi ci sono più convenienze a muovere i giocatori che a farli restare. A volte vengono penalizzati e chiamati mercenari, ma la realtà è che bisognerebbe ricreare questo senso. Con Riccardo è facile, è nato qua. Ma si può costruire anche con un ragazzo non di Trento che resta 4-5 anni in un posto. Per esperienza, quando costruisci un gruppo con una base che rimane, è più facile trasmettere i valori della società e come si sta in uno spogliatoio, cose molto importanti per me. Credo tantissimo nel senso di appartenenza. Con la continuità, dopo tre o quattro anni, riesci a leggere e gestire bene le situazioni, sai come comportarti. Per chi arriva nuovo è più facile inserirsi in questi gruppi, e penso sia più facile raggiungere risultati con questa idea”.
