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1 aprile 2001, il grande pesce di Roberto Baggio a van der Sar. Su lancio di Pirlo

1 aprile 2001, il grande pesce di Roberto Baggio a van der Sar. Su lancio di PirloTUTTO mercato WEB
© foto di Federico De Luca
lunedì 1 aprile 2024, 00:00Accadde Oggi...
di Andrea Losapio

L'1 aprile del 2001, allo stadio Delle Alpi di Torino - dalle cui ceneri crescerà lo Juventus Stadium - è in programma la sfida dei padroni di casa contro Brescia. Da una parte c'è Roberto Baggio, con alle spalle Andrea Pirlo. Basterebbe questo per aprire il libro dei ricordi, di quello che è stato e di quello che sarebbe potuto essere. Questo per le Rondinelle. Le zebre hanno invece Carletto da Reggiolo in panchina, agli albori della sua carriera da allenatore, con la sensazione che potesse essere un predestinato. Lo diventerà poi con il Milan, con il Real Madrid, con il Chelsea e con il Paris Saint Germain. Un po' meno con Napoli ed Everton, ma questo è un altro discorso.

In un'estate di quasi 30 anni fa, Roberto Baggio era a un passo dal Parma di Calisto Tanzi, patron della Parmalat. Un tempo di miti e leggende, verrebbe da dire, soprattutto per come la storia di è sviluppata poi. Ancelotti, allenatore di quel Parma, mette il veto sull'arrivo del Divin Codino. Difficile da capire se lo avesse perdonato, Baggio, in quell'aprile del 2001. Lancio da quaterback, come fosse Tom Brady, di Pirlo. Carezza di Baggio al pallone, a smorzarlo, a fargli cambiare giro. Ad allungare su van der Sar e i suoi quasi due metri di altezza, protesi in tuffo per cercare di bloccarlo. Palla in rete. Il Brescia vince, la Juve perde partita e Scudetto - che finirà alla Roma - Ancelotti la cappa, perché verrà sostituito di lì a poco.

Un gol dall'irresistibile scioglievolezza, un "pesce d'aprile" come riportato dallo striscione dei tifosi bresciani in tribuna. Forse l'apogeo della bellezza perché segnato in "tarda età" e poi non più rivisto. La buonanima di Carletto Mazzone lo rivide così: "Io mi ricordo un gol fatto alla Juventus che è costato loro uno Scudetto. Un lancio lunghissimo e lui, con palla in entrata dietro le spalle, fa un controllo morbido, a seguire. Il portiere esce, finta, controfinta, lo mette con il culo per terra e poi segna. Con una naturalezza, una facilità estrema". Ventitré anni fa.

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