Morte Jota e Silva, nuove rivelazioni da un camionista: "Non stavano affatto correndo"

Il calcio portoghese e internazionale è in lutto per la tragica scomparsa di Diogo Jota, calciatore della nazionale portoghese, e di suo fratello André Silva. I due sono rimasti vittime di un devastante incidente stradale quando la Lamborghini Huracan su cui viaggiavano è uscita di strada in un'autostrada della Spagna settentrionale, prendendo fuoco.
Un rapporto preliminare della Guardia Civil spagnola suggerisce che Jota fosse alla guida al momento dell'incidente e che stesse viaggiando al di sopra del limite di velocità. Le indagini sono ancora in corso per finalizzare il rapporto conclusivo sull'incidente. Tuttavia, il camionista che ha filmato le conseguenze dell'incidente, José Azevedo, ha dichiarato in un video sui social media che l'auto non stava affatto andando troppo veloce. "Mi hanno superato con totale calma e non stavano accelerando. Avete la mia parola che non stavano andando forte. Erano completamente rilassati. Guido su questa strada dal lunedì al sabato e so che è un posto terribile. È una strada buia. Ho potuto vedere la marca e il colore dell'auto. Vi porgo le mie più sincere condoglianze. Ho la coscienza pulita, so cosa ho visto. Purtroppo, è andata così. Ho smesso di filmare, ho cercato di aiutare, ma purtroppo non c'era nulla che potessi fare".
Secondo quanto riferito, il veicolo di Jota avrebbe subito lo scoppio di uno pneumatico, che lo ha costretto a uscire dalla carreggiata. Jota, padre di tre figli e sposatosi con la sua fidanzata d'infanzia Rute Cardoso il 22 giugno, era diretto al porto di Santander per prendere un traghetto e tornare nel Regno Unito per la preparazione pre-campionato con il Liverpool. I suoi funerali, a cui hanno partecipato numerosi compagni di squadra e allenatori, si sono svolti a Gondomar.
