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Andrea Agnelli vuole un calcio senza sogni

Andrea Agnelli vuole un calcio senza sogniTUTTO mercato WEB
© foto di Matteo Gribaudi/Image Sport
martedì 9 marzo 2021, 14:21Il corsivo
di Andrea Losapio

La nuova Champions League sta arrivando. Ed è una rivoluzione corposa, seppur non copernicana come aveva auspicato il presidente dell'ECA, Andrea Agnelli. Perché è evidente che il patron dei bianconeri volesse una nuova stabilità per il calcio e soprattutto per le aziende calcistiche (in particolare la sua) dimenticando quello che di fatto dovrebbe essere uno sport. Le sue parole di un anno fa, prima che la pandemia colpisse duramente e impattasse tutto il nostro sistema calcio, sono ancora leggibili. "Ho grande rispetto per quello che sta facendo l’Atalanta, ma senza storia internazionale e con una grande prestazione sportiva ha avuto accesso diretto alla massima competizione europea per club. È giusto o no? Poi penso alla Roma, che ha contribuito negli ultimi anni a mantenere il ranking dell’Italia, ha avuto una brutta stagione ed è fuori, con quello che ne consegue a livello economico. Bisogna anche proteggere gli investimenti e i costi".

Questa è una frase che continua a riflettere l'Agnelli pensiero, anche dopo le parole di oggi. La verità è che i costi stanno esplodendo e alcune società non riescono a starci dietro. Vuoi per uno stadio più piccolo di quello degli avversari, come succede alla Juventus. Vuoi perché Torino non è Barcellona e quindi i turisti sono molti di meno. Infine perché il brand non è lo stesso. Il Manchester City è cresciuto con gli sceicchi, così come il PSG che si è legato a un'icona come Michael Jordan. Lo United ha fatto il pieno negli anni, il Liverpool ha una storia meravigliosa che si sta riproducendo. La Juventus, pur se operosa e vincente, non ha lo stesso appeal del Milan che ha vinto sette Champions League.

Per Agnelli è stato probabilmente un allarme rosso. Dopo anni di conti in ordine, acquistare Cristiano Ronaldo doveva portare a una nuova dimensione, anche per la massa di tifosi che si sarebbe portato dietro. Anzi, nelle idee di Andrea Agnelli c'era l'intenzione di prendere altri Ronaldo, ma giovani. Infatti è arrivato De Ligt, pagato 85 milioni di euro e con uno stipendio che con i bonus va a circa 12. Ma se domani arrivasse una grande offerta, visto il momento contingente, probabilmente dovrebbe essere ceduto. E se rimanesse fuori dalla Champions? Le perdite sarebbero ingenti.

Raiola dice spesso che comprare Pogba è come prendere un quadro. È una metafora giusta perché, realmente, un calciatore non ha prezzo se non per una questione di sentimento. Può Lionel Messi guadagnare 600 milioni in cinque anni? È chiaramente esagerato e finisce sul banco degli imputati, ma nessuno ha firmato con la pistola alla mano. Agnelli fermando i grandi trasferimenti, da Neymar a Mbappé, ma anche solo Ronaldo alla stessa Juventus, vuole togliere i sogni al calcio. Vuole creare un mero business invece di quello che deve essere lo sport. Purtroppo il calcio, ad altissimi livelli, è quasi sempre un'azienda in perdita. O comunque solo una calamita per altri affari: è più famosa la Juventus o Exor? Chi era Suning fuori dalla Cina prima dell'Inter? Dei mostri economici ma che rimanevano tali. Il calcio dà, il calcio toglie. Forse prima di spendere certe cifre - a prescindere dalla pandemia, perché con l'Atalanta un anno fa il discorso era lo stesso - sarebbe bene capire se è un investimento sostenibile.

La soluzione, quindi, non è fare un fair play finanziario per annullare la concorrenza. Bensì regolamentare atre situazioni, introducendo un salary cap come in NBA e magari riuscire a rendere più equa la divisione dell'economia nei campionati nazionali. Ma quando c'è da dividere la Juventus - anche giustamente - preferisce il modello attuale, dove la prima in A prende sei volte quanto l'ultima.

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