Paradosso Demiral: troppo forte per non giocare. Ma oggi nella Juve non può essere un titolare

Merih Demiral ruba la scena. Lo fa da quando è arrivato l’Italia, da quando ha convinto in un batter d’occhio la Juventus a puntare su di lui. Ha fisico e tempi d’intervento, l’arroganza giusta e in Turchia è persino un idolo nazionale alla tenera età di 23 anni. Ancora da compiere, per la cronaca. Lo ha fatto ancora ieri sera: schierato da titolare in quella che sarà senza grossi dubbi la coppia del futuro bianconero, con quell’autentico fuoriclasse che è Matthijs De Ligt al suo fianco, l’ex Sassuolo è stato un autentico muro sul quale hanno sbattuto e si sono infrante le velleità dell’Inter. Rappresentate non dagli ultimi arrivati, ma da Lautaro e Lukaku: insieme, più gol che partite disputate. Eppure niente da fare: ogni volta che la LuLa provava a mostrare la sua faccia, Demiral la eclissava. Un difensore così sarebbe titolare in qualsiasi squadra di Serie A: semplicemente, troppo forte per non giocare.
Alla Juve non può essere un titolare. Non oggi. E a tal proposito si è anche fatto sentire negli ultimi mesi, insoddisfatto dal poco spazio trovato in rapporto alle proprie qualità. Intendiamoci: con i 90 minuti di ieri sera è salito a oltre 1.100 minuti disputati in stagione. Non si parla di una comparsa, ma di uno che a livello di valore potrebbe tranquillamente essere un titolare. E invece paga l'abbondanza: quella che ha Pirlo lì dietro. Basta fare l’elenco. Danilo gioca più di tutti: il brasiliano è senza dubbi la miglior scoperta del tecnico bresciano, un elemento imprescindibile per l’equilibrio tattico che regala, in entrambe le fasi di gioco. Il brasiliano deve esserci, se la Juve vuole continuare ad adottare questo schieramento ibrido in cui si trova benissimo. Chiellini, numeri alla mano, è quello che ha avuto meno spazio, ma causa infortunio: se il capitano c’è, è un titolare. Poche discussioni, negli ultimi giorni non s’è parlato altro che di quanto il suo ritorno abbia portato stabilità a tutta la Juve. Impensabile togliere spazio a De Ligt: se Demiral è un top player in potenza, l’olandese lo è in atto. Di costo e di fatto. Poi c’è Bonucci: in marcatura, il turco è forse già più forte del viterbese. Che però è un leader dello spogliatoio e un giocatore altrettanto prezioso nelle dinamiche della Juve: non sarà il miglior stopper al mondo, ma in una retroguardia a tre (come sostanzialmente Pirlo impiega il suo reparto arretrato in fase di possesso) è il miglior difensore del mondo. Così, ecco Demiral quinto in ordine di gerarchia. Inevitabilmente quinto, nonostante il suo indubbio valore. È il suo paradosso. O forse deve soltanto aspettare: è già pronto, ma lo sarà ancora di più tra pochi mesi. Il futuro, in fin dei conti, è dalla sua. E della Juve di oggi c'è chi lo supera. Nella Juve di domani sarà più difficile.
