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David Trezeguet, il bomber dai rigori maledetti. Tanti gol, ma due delusioni dolorose

David Trezeguet, il bomber dai rigori maledetti. Tanti gol, ma due delusioni doloroseTUTTO mercato WEB
© foto di Federico De Luca
domenica 15 ottobre 2023, 05:00Nato Oggi...
di Alessio Del Lungo

David Trezeguet è stato uno dei migliori attaccanti della sua generazione. Un centravanti che grazie ai suoi gol spesso ha determinato la conquista di titoli e trofei, ma che ha anche conosciuto cocenti delusioni. Nato in Francia quando il padre militava nelle file del Rouen, fece ben presto ritorno in Argentina, terra d'origine dei suoi genitori, emigrati a loro volta in Sudamerica dal sud-ovest del territorio transalpino. Per El Francés, questo il suo soprannome dell'epoca, l'esordio con i grandi in prima squadra arriva a soli 16 anni, quando con il Platense gioca nel campionato argentino e fa subito intravedere le sue grandi qualità.

Da lì in poi è tutto in discesa e a 18 anni la voglia di conoscere il suo paese natale lo porta in Europa: a puntarci è il Monaco, che supera la concorrenza del PSG, club che si ritira dalla corsa perché non vuole sobbarcarsi anche l'eventuale mantenimento dei familiari a Parigi. L'unica barriera che incontra è quella linguistica, sul campo i problemi sono pochi ed infatti vince subito. Nel '96/'97 arriva la prima Ligue 1 da rincalzo, poi nel '97 conquista la Supercoppa Francese prima di affermarsi come titolare indiscusso a fianco di Thierry Henry. Conclude poi la sua esperienza nel Principato con un nuovo titolo nazionale nel '99/'00 e un bottino invidiabile di 60 gol con la maglia biancorossa.

Per Trezeguet finalmente arriva il momento del grande salto: la Juventus lo acquista per 45 miliardi di lire e si creano subito numerose aspettative sul suo conto. Il francese si guadagna l'appellativo di Trezegol e Re David a suon di reti, la prima delle quali alla seconda con la maglia bianconera, nel big match contro il Milan. Impiega una stagione per imporsi e nel '00/'01 si consacra con Lippi, vincendo lo Scudetto e laurendosi capocannoniere di Serie A ex aequo con Hubner con 24 gol, tutti su azione. Complici anche gli 8 centri in Champions e i due Oscar del calcio AIC come migliore straniero e migliore giocatore assoluto tutti sono convinti che possa solo migliorare, ma nel '02/'03, al di là della Supercoppa Italiana e dello Scudetto vinto, i tanti infortuni lo perseguitano e non dà il meglio di sé. Trascina però la Juventus in finale di Champions con 4 gol, 2 in semifinale, e vive uno dei momenti sportivi più complicati della sua carriera: l'errore dal dischetto ai calci di rigore nell'ultimo atto contro il Milan gli impedisce di conquistare il trofeo tanto ambito da ogni giocatore. Nel '03/'04 continua a fare fatica a trovare continuità, i tanti problemi fisici lo relegano ai box per molto tempo, ma riesce comunque a segnare 16 reti e vincere un'altra Supercoppa Italiana segnando ai supplementari.

In quella stagione qualcosa si rompe e lui è di fatto un "separato in casa" a causa della sua situazione contrattuale. La dirigenza in estate sembra volersene liberare, ma Capello ribalta la situazione e costruisce intorno a lui ancora una volta una squadra in grado di metterlo nelle migliori condizioni possibili per segnare. I risultati sono evidenti e in due stagioni arrivano due Scudetti, cancellati poi in seguito dalla sentenza di Calciopoli, che obbliga i bianconeri a ripartire dalla Serie B. Entra in rotta con la nuova dirigenza, ma l'amore per la Juventus lo fa restare anche in cadetteria. Riporta la Vecchia Signora in A e fino al 2010, nonostante un'operazione per evitare la rottura del tendine rotuleo nel 2008, veste la prestigiosa maglia della Juventus. Chiude con più gol in bianconero di mostri sacri come Platini e Sivori e nel 2011 la società lo omaggia inserendolo tra i 50 più rappresentativi calciatori della Juventus di tutti i tempi.

Da lì in poi inizia una parabola discendente che coincide con la fine della sua carriera: tra 2011 e 2014 milita nell'Hercules in Spagna, nel Baniyas negli Emirati Arabi Uniti, nel River Plate, riportando i Millonarios nella massima serie, e nel Newell's Old Boys in Argentina e nel Pune City in India.

La parentesi con la Francia è agrodolce: indimenticabili sicuramente il Mondiale vinto nel '98, nel quale realizza anche un gol ai gironi, e l'Europeo del 2000, dove segna il golden gol nella finale contro l'Italia, ma anche il Mondiale del 2006. In Germania infatti subisce l'ostracismo del ct Domenech che gli preferisce Henry per questioni tecniche, ma anche per il suo ossessivo interesse verso l'astrologia: lo scorpione era un segno non gradito all'allenatore. Inserito nell'ultimo atto di Berlino al 100', come contro il Milan in finale di Champions, sbaglia il rigore e condanna la Francia. Oggi David Trezeguet compie 46 anni.

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