Menu Serie ASerie BSerie CCalcio EsteroFormazioniCalendariScommessePronostici
Eventi LiveCalciomercato H24MobileNetworkRedazioneContatti
Canali Serie A atalantabolognacagliaricomoempolifiorentinagenoahellas veronainterjuventuslazioleccemilanmonzanapoliparmaromatorinoudinesevenezia
Canali altre squadre ascoliavellinobaribeneventobresciacasertanacesenafrosinonelatinalivornonocerinapalermoperugiapescarapordenonepotenzaregginasalernitanasampdoriasassuoloturris
Altri canali euro 2024serie bserie cchampions leaguefantacalcionazionalipodcaststatistichestazione di sosta

Gianni Bui, dai campi di serie A alla tavolozza

Gianni Bui, dai campi di serie A alla tavolozzaTUTTO mercato WEB
lunedì 5 maggio 2025, 06:33Nato Oggi...
di Redazione TMW
Gianni Alessio Bui (Serramazzoni, 5 maggio 1940) è un ex calciatore e allenatore di calcio italiano, di ruolo attaccante.

Gianni Bui crebbe nelle giovanili della Lazio, sotto la guida di Fulvio Bernardini; esordì non ancora ventenne a Napoli, nelle file della Cirio, in Serie C e si mise presto in luce; l'anno successivo, tornato alla Lazio, esordì in Serie A nel corso del campionato 1960-1961 in occasione del successo esterno (2-5) sul Napoli del 19 febbraio 1961.
L'anno successivo passò in prestito al Pisa, nuovamente in Serie C, e nel 1962-1963 approdò alla SPAL.
Lanciato da Paolo Mazza per sostituire Erwin Waldner e far coppia con Carlos Cezar De Souza e Carlo Novelli come titolare delle formazione ferrarese, iniziò così a giocare con regolarità in A.
Nel 1964 fu acquistato dal Bologna assieme a Muccini ma, a differenza di quest'ultimo, non trovò spazio e venne ceduto, l'anno successivo, al Catanzaro e poi al Verona, contribuendo alla promozione dei gialloblu in A del 1967-1968 con 12 reti. Nel 1968-1969 fu vice-capocannoniere con quindici reti dietro a Riva a pari merito con Anastasi.

Passato al Torino nel 1970, vi rimase fino al 1974; nonostante il suo posto continuo in prima squadra venne poi chiuso dagli emergenti "gemelli del gol" Graziani e Pulici collezionò tuttavia 77 presenze e 20 reti.
Chiuse la carriera di calciatore dopo due anonime stagioni con Milan e Varese.

In carriera ha totalizzato complessivamente 188 presenze e 48 reti in Serie A e 102 presenze e 45 reti in Serie B.

La pittura in qualcosa assomiglia allo sport del calcio: tanti artisti si sono espressi con personalità assoluta e ottima mano senza aver mai frequentato l’accademia, esattamente come si può giocare ad alti livelli, senza aver fatto chissà che scuole di football; quel che conta è avere i piedi buoni. E Gianni Bui indubbiamente ha un animo di artista e un fisico da calciatore, un presente da pittore e un passato da campione.
Ex giocatore di Verona e Torino, ma anche capocannoniere in Serie B col Catanzaro, Gianni Bui è stato un prolifico attaccante a cavallo degli anni 60 e 70. Lasciato il calcio, si è finalmente potuto dedicare alla sua grande passione: la pittura. Da bambino, si divertiva a disegnare e avvicina la pittura da autodidatta, quando era già affermato calciatore: “Mi dilettavo con i colori. Nei ritiri prima della partita si giocava a carte, ma io mi annoiavo e così iniziai a riprendere a disegnare, riempiendo quaderni su quaderni”. Da allora i pennelli sono diventati compagni di vita sempre più assidui. “Seguo il mio istinto. Certo, qualche paesaggio a volte me lo chiedono, ma non sono temi che mi attirano molto e se devo proprio dipingerlo allora lo faccio a modo mio, diverso, allontanandomi dal linguaggio classico. Mi piace vedere qualcosa di nuovo, avere una prospettiva diversa delle cose.

Anche con i ritratti lo stesso: li faccio ma in modo magari anche contorto ma sicuramente unico”. Ama l’astratto e lavora con l’acrilico, ”l’olio no, perché ha un odore e a casa può dare fastidio”. Dunque, un lungo percorso pittorico quello di Gianni Bui che gli permette di sviluppare una notevole sensibilità artistica così da attraversare negli anni varie fasi, ben rappresentate dai suoi quadri: dalla figurazione che tocca il ritratto, il paesaggio, la natura morta, fino a raggiungere una sensibilità astratta, in cui forma e colore si compendiano con raffinatezza e delicatezza. Il percorso artistico di Bui risulta estremamente interessante: considerando che dipinge ciò in cui si rispecchia, è indicativa la ricerca di un linguaggio personale in cui l’abbandono graduale della stesura pittorica più figurativa e quindi tradizionale, lo conduce a sperimentare, dimenticando i riferimenti alla realtà, e privilegiando il processo tecnico del colore con garbo e gusto. Conquista così la libertà espressiva dell’astrattismo, assimilando elementi propri dei grandi maestri del ‘900 che dalla figura sono passati al non figurativo. Sfuma in lui il bisogno di misurarsi con la realtà oggettiva, ma preferisce tradurre la propria emotività nel segno e nel colore: “Ammiro gli artisti che fanno quel che sentono. Amo coloro che mi fanno vedere cose particolari”.
Ogni opera d’arte ha origine nell’emozione: questo è lo spirito con cui avvicinare il viaggio pittorico di Gianni Bui, in cui l’esplorazione viene affiancata dall’introspezione per puntare alla ricerca dell’essenza.
Testo critico di Marco Basso

Primo piano
TMW Radio Sport
Serie A
Serie B
Serie C
Calcio femminile