Agnelli non ha mai esonerato nessuno. Neanche Delneri, ma la Juventus era un mondo diverso

Il diciannove maggio del 2010, un'eternità fa, Andrea Agnelli diventava il quarto esponente della famiglia a diventare il Presidente della Juventus. Decide di optare per Luigi Delneri come allenatore, reduce da una stagione straordinaria alla Sampdoria, con Marotta e Paratici come fidi scudieri. Non andò benissimo, anzi. Perché il settimo posto finale, nell'annata successiva, non lasciava grande spazio all'immaginazione. Eppure Agnelli, forse perché guidato dal buonsenso di non giudicare troppo in anticipo, decise di non salutare anzitempo il tecnico di Aquileia.
Era però un'altra Juventus. I bianconeri chiudevano i bilanci in negativo, è vero, ma l'esplosione dei costi era ancora di là da venire. I nove Scudetti consecutivi, destinati probabilmente a interrompersi fra qualche settimana, potevano essere solamente un bel sogno. Invece, incredibilmente, il rischio è che diventi un incubo. Perché Pirlo deve ritornare con la barra dritta, dopo un punto fra Benevento e Torino, il sorpasso dell'Atalanta - forse solo temporaneo, visto il recupero contro il Napoli - e il quarto posto che potrebbe anche peggiorare, eventualmente.
Per questo Agnelli potrebbe pensare a un incredibile esonero. Non succede molto spesso, alla Juventus, nel corso della propria storia. Ma i soldi erano una cosa quasi secondari ripetto ai risultati sportivi, che venivano accettati. Invece il bilancio economico di una squadra che si permette Cristiano Ronaldo non è più qualcosa a latere. Se Pirlo non dovesse vincere contro il Napoli sarebbe davvero un allarme rosso. Anche se Agnelli non ha mai cacciato nessuno, nonostante le smentite di rito dell'incrocio a Forte dei Marmi.
