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TMW

Amelia: "Il Milan fuori dall'Europa é una bestemmia. Ora bisogna ripartire da zero"

Amelia: "Il Milan fuori dall'Europa é una bestemmia. Ora bisogna ripartire da  zero"TUTTO mercato WEB
ieri alle 21:30Serie A
di Daniel Uccellieri
fonte Antonio Vitiello

L'ex portiere del Milan Marco Amelia ha rilasciato alcune dichiarazioni ai cronisti presenti a margine della 12ª edizione del Memorial Claudio Lippi, in ricordo del giornalista rossonero che dodici anni fa perse la vita in un tragico incidente stradale. Queste le sue parole raccolte da TMW.

"Claudio era un amico, per me e per tutti noi della squadra. I rapporti che abbiamo costruito vanno oltre la giornata sportiva. Ricordarlo insieme agli ex compagni, alle persone che lo hanno conosciuto, a tanti ragazzi che lavorano nei vari ambiti… è qualcosa che facciamo volentieri, perché Claudio era davvero una gran bella persona.
Diceva sempre: “qualsiasi cosa succeda, si va avanti col sorriso”. Ci ha insegnato a fare così e, in fondo, ci ha guidati anche dopo quel brutto giorno. Lo ricordiamo spesso. Claudio era uno di noi, e lo sarà sempre. Non è così semplice spiegare quanto manch"i.

Milan, stagione sufficiente?
"Se da milanista dico che una stagione del genere è sufficiente... Non può mai esserlo, m può rappresentare un punto di partenza. Il Milan ha una rosa più forte di quanto abbia fatto vedere quest’anno. Lo ha dimostrato in molte partite, mentre in altre ha reso al di sotto delle aspettative. C’è bisogno di ritrovare una quadra, che deve partire dall’alto e arrivare fino allo spogliatoio. Anche quello spirito che ha sempre contraddistinto il Milan negli ultimi 30-35 anni va ritrovato. Tra i dirigenti c'è un mio ex compagno che sta cercando proprio di riportare quella mentalità. Ma non è facile farlo capire a chi non l’ha vissuta. Ci vuole tempo e forse serviva proprio una stagione così per comprendere cosa manca. Io sono convinto che il Milan l’anno prossimo ripartirà in pole position, perché è forte. Lo è davvero. I giocatori sono forti, lo hanno dimostrato contro le grandi squadre e nei derby. L’importante sarà ritrovare continuità, quella mentalità vincente che ha sempre contraddistinto il mondo Milan. Parliamo di un club che nel mondo è tra i più importanti. Per questo bisogna fare tutto il possibile per ripartire con l’ambizione che ci si aspetta".

Per quanto riguarda Maignan: è uno dei portieri più forti al mondo.
"Ha dimostrato tutto il suo valore e continuerà a farlo. Ovviamente, le questioni contrattuali dipendono da vari fattori: motivazioni, volontà reciproca, prospettive. Ma sono convinto che Mike sia molto legato al Milan, per tutto quello che il club gli ha dato e il Milan è legato a lui per tutto quello che ha ricevuto. Credo si possa trovare un accordo. Se non dovesse succedere, comunque, il Milan resta una delle squadre dove tutti i portieri più forti vorrebbero giocare. Io ormai non posso più propormi, ma a parte gli scherzi, ci sono tanti ottimi portieri in circolazione. La priorità adesso è fare tutto il possibile per confermare questo matrimonio tra Mike e il Milan".

Un’ultima domanda da allenatore: come valuti Conceiçao?
"Secondo me bisogna ripartire da zero, azzerare tutto dal punto di vista del campo. Le problematiche di quest’anno vanno lasciate alle spalle. Si deve pensare solo a quello che c’è da fare, non al passato. Se sarà con Conceiçao o con un altro, lo deciderà la società. Di sicuro Conceiçao sa cosa serve. Ha già vissuto ambienti diversi, anche se non uguali a quello del Milan, ma comunque importanti. Questa stagione può servire a tutti per capire cosa manca. Il Milan è un club molto esigente, tutti ne parlano, tutti vogliono vincere, e i tifosi sono abituati a farlo. Ora bisogna ripartire alla grande. La base c’è: la squadra è forte. Serve solo ritrovare la mentalità giusta, capire gli errori fatti, e trasformarli in motivazione. Da luglio, quando si ripartirà, servirà mettere in campo tutta la voglia di rivincita che questo club e questi tifosi meritano".

Che effetto fa il Milan fuori dall'Europa?
"Il Milan fuori dall'Europa è una bestemmia per il calcio, però è andata così. Tante volte da queste stagioni si può tirare fuori qualcosa di positivo per il futuro. Di sicuro tanti giocatori hanno fatto esperienza e tanti nuovi hanno capito dove sono arrivati, passando attraverso le difficoltà e le emozioni dell'ambiente quando le cose non vanno bene. Mi auguro che l'anno prossimo il Milan possa essere protagonista"

Serve più milanismo? Più italiani?

"I dirigenti, soprattutto Ibra, stanno cercando di portare quella mentalità che lui ha trovato quando è venuto a giocare nel Milan, una mentalità che ci ha portato a vincere. Ha vinto tanto e sa quello che deve fare, cerca di trasmettere questo. Oggi i giovani, anche quelli bravi, vivono in un contorno con tante distrazioni e devono pensare al Milan. Il milanismo ti viene in automatico appena prendi la strada per Milanello. Di italiani ce ne sono tanti e il Milan ne troverà in grado di indossare questa maglia gloriosa. Adesso ci deve essere entusiasmo per riportare il Milan in alto. Bisogna saper cancellare e ripartire. Questo club deve essere in grado di sopportare le critiche da fuori"

A questo Milan non servirebbe Paolo Maldini?
"Ragazzi, Paolo Maldini è la storia del Milan. Io non so se serve Paolo o altro: da dirigente ha fatto ottime cose nel Milan, non so come mai le cose non siano andate. Ho una grande stima di Paolo come uomo, come calciatore, come dirigente: però intervengo poco, non stando dentro le mura di Casa Milan non so cosa è successo. Di sicuro questi personaggi fanno bene al calcio, vedremo quello che sarà. Sono convinto che Paolo resta il primo tifoso del Milan qualsiasi cosa è successa e succederà"

Su Donnarumma protagonista in finale di Champions League:
"Voglio bene a Gigio, me lo auguro! Qui si dice che bisogna tifare un'italiana: io ho giocato cinque anni nel Milan mi sembra difficile e tifare Inter mi sembra un po' difficile, non succederà. Tiferò Gigio"

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