Chiellini e Messi: magnifici, mancini, disoccupati, vincenti. Da Pallone d’Oro

Dire, fare, baciare, firmare. C’è di mezzo il mare? Magari non così tanto, ma passano i giorni e Giorgio Chiellini e Lionel Messi, la strana coppia dell’estate pallonara 2021, restano accomunati da parecchie cose. Sempre di più, in effetti. Per esempio, sono entrambi mancini, come ricordò lo stesso difensore azzurro in dribbling, inconsueto per lui sul campo ma meno davanti alle telecamere, schivando un’insidiosa domanda. Hanno appena alzato, da capitani della rispettiva nazionale, il trofeo di campioni continentali, rispettivamente d’Europa e del Sud America. Ultimo non ultimo, sono entrambi disoccupati di extra-lusso.
Ora si fa sul serio. Salutati oneri e per fortuna anche onori, è il tempo delle meritate vacanze. Quasi, perché lo status di cui sopra non può andare avanti a lungo. È una condizione abbastanza singolare: il miglior difensore d’Europa e uno dei migliori giocatori nella storia del calcio (per più d’uno il migliore, ma non è questa la sede adatta) sono arrivati a tredici giorni senza contratto. Magnifici, vincenti, eppure svincolati. Col destino, più o meno già scritto. Il più è riguarda Chiellini: il rinnovo con la Juventus è una formalità, zero dubbi. A un certo punto, però, ci sarà pur bisogno di mettere queste firme. Il meno è tutto di Messi: nessuno sostiene che lascerà il Barcellona. Ma in questo caso tra il dire e il firmare c’è di mezzo almeno un fiume: la trattativa per il prolungamento si è rivelata più complicata del previsto. Il Barça del “suo” presidente Laporta, nel senso che quest’ultimo ha vinto garantendo la centralità e il futuro di Messi, gli ha portato a casa l’amico Aguero e professa tranquillità a ogni piè sospinto. Il bilancio, e quindi l’offerta, dei catalani è però quella che è: ricca, non stratosferica. Alla fine firmerà, ma in questo caso non è la stessa storia di Chiellini. Al quale potrebbe, chissà, essere accomunato da un’altra cosa.
Sfida per il Pallone d’Oro? A dicembre, volenti o nolenti, ci sarà da assegnare il premio individuale più ambito dello sport di squadra più popolare del pianeta. Mai come quest’anno non c’è un vero candidato forte. Jorginho ha vinto Champions ed Europeo da protagonista; Donnarumma solo il secondo ma in maniera ancora più decisiva, da miglior giocatore. Euro 2020, però, l’ha messo in bacheca anche Chiellini, con un impatto sulle sorti e sulla solidità degli azzurri che è impossibile sottovalutare. Del resto, nel 2006 venne premiato il capitano dell’Italia (Cannavaro) e non il miglior giocatore di quella selezione (Buffon). C’è speranza anche per il Giorgione nazionale? Mai dire mai, di questi tempi. Ce n’è di sicuro per la Pulce, il cui Barça ha vissuto una stagione mesta, ma che ha finalmente rotto il sortilegio dell’Albiceleste. Mancini, vincenti, oggi disoccupati e domani magari in lotta per il Pallone d’Oro: almeno, per allora, avranno entrambi un contratto.
