Con Allegri al Milan, Marotta dovrà fare di tutto per convincere Inzaghi

Le tessere del domino cadono al loro posto, con qualche sorpresa. Le principali arrivano da Napoli e Milano, e in sostanza in entrambi i casi riguardano Massimiliano Allegri. Conte resta azzurro, e il livornese - promesso sposo di De Laurentiis - si accasa in rossonero, tornando al Milan a distanza di undici anni dalla separazione.
E l’Inter cosa c’entra? Nel puzzle degli allenatori, la società nerazzurra resta per ora sulla riva del fiume. Il club ritiene di poter convincere Simone Inzaghi a rimanere: per ora concentrato sulla finale di Champions League di domani, il tecnico piacentino non ha chiuso la porta alle indiscrezioni arabe, e non ci sarebbe neanche l’opposizione della famiglia al trasferimento a Riyadh. Una risposta - e l’Al-Hilal potrebbe non essere l’unica corteggiatrice, in Italia c’è chi ha ipotizzato la Juventus - arriverà solo dopo l’appuntamento con il PSG. Non è un mistero che Allegri fosse il preferito di Beppe Marotta, che lo ha avuto alla Juve e l’avrebbe voluto anche all’Inter in passato, per l’eventuale successione a Inzaghi. Che Max si sia accasato al Milan, al netto dell’offerta rossonera sicuramente convincere: vuol dire anche che Marotta non gli ha chiesto di aspettare.
Dovrà fare di tutto per convincere Inzaghi. E il presidente nerazzurro, in verità, è apparso abbastanza sicuro di poterlo fare. I temi sono vari: il rinnovo di contratto al 2028 anziché 2027, un mercato ambizioso o almeno all’altezza delle richieste, maggiore protezione mediatica e nel “palazzo”. Questioni da risolvere, perché, oltre ad Allegri, le alternative sfumano: Italiano ha rinnovato col Bologna, Fabregas è prossimo a farlo con il Como, De Zerbi ha già confermato il proprio impegno con l’Olympique Marsiglia. Dalla lista dei big senza panchina, escludendo un improbabile Mancini-ter, è da capire se possa considerarsi la suggestione Maurizio Sarri, in trattativa per il ritorno alla Lazio e profilo gradito anche all’Atalanta. Per chiunque, sarebbe eventualmente complicato garantire quello che Inzaghi, vinca o meno la Champions, ha dato nel suo ciclo.
