Gilmour, c'è vita oltre Lobotka. Ma anche tanta strada da fare per raggiungerlo

Billy Gilmour all'ombra di Stanislav Lobotka ha vissuto una prima stagione con la casacca del Napoli tutt'altro che banale. Con un rendimento probabilmente al di sopra delle attese. Non perché chissà quali grossi infortunio abbiano pregiudicato l'impiego del regista slovacco nel corso della stagione, ma per i meriti di un calciatore classe 2001 che ha le stimmate per diventare un centrocampista centrale di alto spessore. Che è cresciuto tanto nel corso della sua prima annata partenopea.
Il suo acquisto la scorsa estate è stato figlio di una scelta ben precisa, di un lungo inseguimento concluso solo a poche ore dalla chiusura della sessione invernale di calciomercato. Già a luglio era stato individuato come innesto per la mediana di Conte, ma solo il 30 agosto è stato chiuso l'accordo col Brighton: 14 milioni di euro più cinque di bonus.
Gilmour è un calciatore dinamico, ha intelligenza tattica. Ha la giusta personalità per attirare sempre sui suoi piedi il pallone. "Mi avete promesso Gilmour, non potete darmi Arthur", disse Conte alla sua società quando l'accordo con la Juventus per il calciatore brasiliano sembrava a un passo perché decisamente più semplice di quello col Brighton per lo scozzese.
Alla fine però la volontà di Conte ha avuto la meglio, una scelta ben precisa dettata anche da una reciproca conoscenza pregressa. "Avevo Antonio Conte quando ero più giovane, ma ora che mi ci alleno tutti i giorni è diverso. Vuole sempre gli standard al massimo e questo è un qualcosa di molto importante per la squadra", ha dichiarato qualche giorno fa un Gilmour a cui ancora manca la tranquillità e l'esperienza di Lobotka, ma che nel corso della sua prima stagione a Napoli ha dimostrato che può esserci vita oltre lo slovacco. L'età è dalla sua parte: compirà 24 anni tra poco più di due settimane.
