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Il derby di Milano vale lo scudetto. Non succedeva da 10 anni: Instagram non c'era, Ibra sì

Il derby di Milano vale lo scudetto. Non succedeva da 10 anni: Instagram non c'era, Ibra sìTUTTO mercato WEB
© foto di Daniele Buffa/Image Sport
lunedì 15 febbraio 2021, 14:00Serie A
di Ivan Cardia

Sarà un derby scudetto. Il sorpasso dell’Inter ai danni del Milan, consumatosi nell’ultima giornata, accende la settimana che porta al big match tutto in salsa meneghina. Quello di domenica sarà il confronto numero 174 in Serie A tra rossoneri e nerazzurri, ma in palio non ci sarà soltanto la rivalità cittadina: con un solo punto di distacco, a San Siro ci si giocherà una buona fetta di tricolore. Per la prima volta da dieci anni a questa parte.

Pioli contro Conte, Allegri contro Leonardo. Per trovare un derby milanese giocato tra la prima e la seconda in classifica, infatti, bisogna tornare indietro alla stagione 2010/2011. Oggi l’Inter la guida Conte, ieri in panchina c’era Leonardo: il brasiliano aveva ereditato la squadra da Benitez, non fortunatissimo successore di Mourinho dopo il triplete. La panchina che adesso è di Pioli, invece, dieci anni fa era occupata da Massimiliano Allegri: reduce dall’avventura di Cagliari, il livornese era stato chiamato in rossonero dopo… Leonardo e il suo 4-2-fantasia. Il derby di ritorno, che oggi andrà in scena alla 23^ giornata, si giocò alla 31^ giornata. L’Inter ci arrivò da campione in carica, ma anche in una stagione tribolata: di Benitez s’è detto, Leonardo prese la squadra al sesto posto e fu protagonista di un piccolo capolavoro nel recuperare il terreno perduto, complice il crollo della Juventus. Il Milan, viceversa, era salito al primo posto dalla undicesima giornata e non l’aveva mai mollato: i rossoneri arrivarono al derby con due punti di vantaggio sui rivali cittadini. Fu una gara a senso unico: 3-0 per il Diavolo, che sali a +5 e chiuse i giochi due giornate dopo grazie al successivo KO dell’Inter in casa del Parma.

Come è cambiato il Milan nel frattempo. In mille modi. A partire dalla proprietà, come noto: nel 2017, la prima cessione, da Berlusconi a Li Yonghong. Poi l’arrivo del fondo Elliott, che attualmente controlla i rossoneri. Dopo quel derby, Allegri vinse lo scudetto che è anche l’ultimo conquistato dal Milan, ma più in generale da una squadra che non sia la Juventus. Poi un secondo e un terzo posto, infine anni bui: ottavo, decimo, settimo. Dal 2016 a oggi, sesti e quinti posti in serie. L’Europa che conta meno, l’ultima Champions giocata resta quella della stagione 2013/2014. Poi Pioli, la rinascita, oggi i sogni scudetto. Di quella squadra chi resta? Un calciatore, lo vedremo a breve.

Come è cambiata l’Inter nel frattempo. In maniera analoga, anche altrettanto preoccupante per i suoi tifosi, ma con un po’ di Champions in più. Passaggi di mano, anche per la Beneamata: da Moratti a Thohir prima, infine gli Zhang con Suning. Situazione fluida, a proposito. Sotto il piano sportivo, alla stagione di Leonardo fecero seguito il sesto e il nono posto di Stramaccioni (in precedenza, Gasperini e poi Ranieri). Alcune scelte sfortunate in panchina, ma l’Europa dalle grandi orecchie nella Milano nerazzurra l’hanno comunque vissuta: grazie a Mancini prima e Spalletti poi. Infine Conte, l’allenatore che, come Pioli, fa di nuovo sognare in grande. Dieci anni dopo, di quell’Inter che si giocava lo scudetto nel derby, non è rimasto nessuno.

Cosa è cambiato per noi in questi 10 anni? Crisi e pandemia, recentissime. Ma, dall’ultima volta che Inter e Milan si giocavano lo scudetto in un derby a oggi, ne è passata di acqua sotto i ponti. In Italia, erano gli anni dell’ultimo governo Berlusconi. In America c’era Obama. L’iPad era stato appena inventato, di smartwatch neanche a parlarne. Instagram era stato lanciato da pochissimi mesi (solo per iOS, su Android solo mesi dopo) e cercava ancora fondi, Netflix noleggiava ancora dischi blue-ray, il boom di Amazon Prime non sarebbe arrivato prima di sei anni. Non immaginavamo che una nave da crociera potesse naufragare sulle coste italiane (il disastro della Concordia è del gennaio 2012). Temevamo per la fine del mondo, profetizzata dai Maya per il successivo 2012. Ingenui.

C’era Ibra, c’è Ibra. Eccolo, il superstite. L’unico giocatore che c’era (quasi) il 2 aprile 2011 e che ci sarà il 21 febbraio 2021. Dieci anni bevuti come se fossero un bicchier d’acqua: se a Milano ci si gioca un derby, state pur certi che c’è lo zampino di Zlatan Ibrahimovic. Allora come oggi, lo svedese giocava e gioca nel Milan. In quel derby, a dirla tutta, Ibra c'era ma in tribuna o alla tv. Lo saltò: aveva rifilato una manata a Rossi in una gara contro il Bari, si era visto rifilare due giornate di squalifica. Ci pensarono Pato e Robinho: il primo cerca il rilancio a Orlando, il secondo ha altri pensieri per la testa. Ibra no, c'è: è andato a Manchester, poi in MLS e infine è tornato. Forse aspettava questo derby, per chiudere un cerchio, nella Milano che per la prima volta da dieci anni a questa parte torna a parlare di scudetto.

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