Inter, Conte e il mercato mai aperto. Ora regni la stabilità, per vincere

Una squadra che non convince appieno, ma convince abbastanza. Un gruppo forgiato nella solidità e nella fame congenita in chi lo guida ogni settimana in battaglia. L'eliminazione bruciante dalla Champions League. Il rientro di Sanchez e Vecino. Un nuovo ruolo per Eriksen. La vittoria schiacciante sulla Juventus e nel derby sul Milan capolista in Serie A. E allora? Lo aveva detto Antonio Conte prima di Roma-Inter, scorso 9 gennaio, a inizio sessione: "Non ci saranno entrate o uscite in questo mercato". E così sarà, a meno di clamorosi colpi di scena che sempre nel magico mondo dei trasferimenti è bene aspettarsi.
68 ore al gong, ma l'Inter complessivamente è a posto così. Non perché disponga di una rosa perfetta, ma certamente perché esiste la consapevolezza di poter arrivare così fino in fondo, di potercela fare senza modifiche. Ammesso che fossero possibili, anzi. Con un cambio proprietà (la quarta in poco più di 7 anni) all'orizzonte e un post-covid devastante su scala mondiale che ha generato voragini rosse, anche solo pensare di spendere era impossibile o giù di lì. Se fossero arrivate offerte molto importanti, allora la storia avrebbe potuto assumere lineamenti diversi, ma così non è stato. L'Inter è questa e con questi si lotterà per il titolo. Regni la stabilità.
