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Kalinic, dieci giornate per rilanciare una stagione che rischia di diventare la peggiore in carriera

Kalinic, dieci giornate per rilanciare una stagione che rischia di diventare la peggiore in carrieraTUTTO mercato WEB
© foto di Daniele Buffa/Image Sport
giovedì 1 aprile 2021, 09:30Serie A
di Luca Chiarini

Volge al termine la sosta per le nazionali, e con essa il secondo calvario stagionale di Nikola Kalinic. Il croato del Verona è fermo ai box dai sedici febbraio scorso per una lesione alla coscia destra che l'ha costretto a saltare le ultime sette gare di campionato. La luce in fondo al tunnel è sempre più nitida, incombente, tanto che a Peschiera sperano di recuperarlo per la trasferta di Cagliari. I segnali sembrano incoraggianti, sebbene il via libera definitivo pare non esserci ancora stato.

Il break di due settimane è stato gradito alleato per Nikola, che ha avuto modo di alzare i giri del motore in allenamento, migliorando la propria condizione senza pagare lo scotto di dover tifare nuovamente i compagni dal divano di casa o dalla tribuna. Nel rush finale che l'attende la grande speranza coltivata dall'ex Roma è rabbellire una stagione per lui infausta, regalandosi un finale degno della reputazione che - tra alti e bassi - ha saputo costruirsi nella spola tra Italia e Spagna.

Di certo le macchinazioni del fato non l'hanno favorito negli ultimi mesi. Il primo infortunio a fine novembre, proprio quando pareva stesse riacquisendo smalto e confidenza. Poi un rientro sudato, sgomitante, la parentesi felice del gol al Crotone - l'unico sin qui siglato in maglia gialloblù -, di nuovo difficoltà e un altro stop. Più grave del precedente, per aggiunta. E lo status da titolare che se prima sembrava appartenergli di diritto, ora è quasi un privilegio tutto da riconquistare.

Se la concorrenza con Lasagna da un lato può essere motivo di stimolo, infatti, dall'altro minaccia di ricacciarlo verso il basso nelle gerarchie di Juric. Che, dal canto suo, l'ha sempre ricoperto di attestati di stima ("vedo un giocatore fenomenale", disse in conferenza a inizio febbraio), dandogli fiducia anche quando le circostanze sembravano dar adito ad altri ragionamenti. Oggi il ventaglio di scelte in attacco è più ampio. E più assortito, perché Kalinic e Lasagna hanno caratteristiche antitetiche e difficilmente conciliabili, come s'è visto nell'esperimento mal riuscito a Udine. Ecco perché è lecito pensare che il duello tra i due possa diventare sistematico, un leitmotiv di questo finale. L'aspirazione di Nikola ha anche una dimensione numerica: nella sua stagione peggiore in Europa, nel 2018/19, racimolò quattro marcature tra Liga e Copa del Rey con l'Atlético Madrid. Tre in più di quelle all'attivo oggi. In quella vituperata con il Milan arrivò a sei centri. Il tempo per rimediare c'è, l'infortunio - scongiuri a parte - è praticamente alle spalle: adesso, di fatto, dipende soltanto da lui.

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