L'ex allenatore di Kouadio dopo l'esordio con la Fiorentina: "Mi è scesa una lacrima"


Tra i temi lasciati in eredità dal pareggio della Fiorentina sul campo del Torino di domenica scorsa c'è anche il debutto in prima squadra viola e in Serie A del giovanissimo difensore Eddy Kouadio, classe 2006 subentrato all'intervallo al posto di Comuzzo. Per conoscerlo meglio, Radio FirenzeViola ha intervistato il suo ex allenatore Luca Paoletti, oggi tecnico del Tau Under 17 e nel 2014 responsabile della scuola calcio alla Galcianese, squadra in provincia di Prato, dove ha allenato per tre anni un giovanissimo Kouadio.
Ha detto, parlando dell'esordio di Kouadio a Torino e di quanto fosse inaspettato: "tutti sappiamo quanto sia difficile ipotizzare di vedere giocare un giorno tra i professionisti un bambino conosciuto ad appena 7-8 anni. Ci sono tantissimi bambini che ho incontrato che magari poi non arrivano a certi livelli. Poi conoscendo Eddy posso dire che lo speravo tanto: ha seminato tanto nel corso della sua carriera, è un ragazzo che oltre alla simpatia ha una genuinità di fondo che gli ha fatto meritare l'esordio. Tante persone che lo conoscono sono felicissime per lui. Quando ho visto che stava per esordire... beh, mi è scesa una lacrima". E ancora, aggiunge Paoletti: "La Fiorentina affrontava in trasferta una squadra che aveva perso 5-0. Un ragazzo che entra al 45', che fa il difensore e che ha un margine di errore minimo, sente pesare il pallone tantissimo. Ovvio, qualche sbavatura di passaggio l'ha fatta ma è fisiologico".
Prosegue e conclude quindi nelle sue riflessioni l'ex allenatore di Kouadio: "Non metterei la velocità come sua caratteristica principale anche se certamente la Fiorentina la può ricercare in lui. I ragazzi poi ogni giorno non sono i soliti: la capacità d'apprendimento è fondamentale a quell'età. Eddy in Under-16 spesso non giocava per esempio ma via via si è sempre ritagliato un il suo spazio, fino a debuttare nei grandi. La sua genuinità lo aiuterà: Eddy è un ragazzo che non ricerca i riflettori, anzi più li scansa meglio è. Lui è un lavoratore, vuole subito tornare in campo per migliorarsi e forse è proprio questo che gli ha permesso di arrivare a questo livello".
L'intervista integrale nel podcast
