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La riforma del calcio parte dagli arbitri: modello italiano e non solo, oggi riunione in FIGC

La riforma del calcio parte dagli arbitri: modello italiano e non solo, oggi riunione in FIGCTUTTO mercato WEB
© foto di www.imagephotoagency.it
Oggi alle 19:25Serie A
di Ivan Cardia

La riforma del calcio italiano potrebbe partire dagli arbitri. Nel corso di una riunione tenutasi oggi a Roma, il presidente della FIGC Gabriele Gravina ha illustrato alle componenti la bozza di proposta per la riforma del sistema arbitrale, che porterebbe a separare gli arbitri di vertice (Serie A e B) dal controllo dell’AIA, per creare un organismo guidato da FIGC, Lega Calcio Serie A e Lega Serie B, con l’obiettivo di aumentare la professionalizzazione della categoria.

Il modello si dovrebbe rifare in qualche modo al PGMOL previsto nel Regno Unito, con una grossa differenza. Oltremanica, infatti, è preponderante il peso della Premier League, con il risultato che gli arbitri sono di fatto, pagati dai club del massimo campionato, con tutto quello che ne può potenzialmente derivare, quantomeno in termini di cultura del sospetto. Una deriva che in Italia dovrebbe essere evitata creando una sorta di “modello italiano”, nel quale il peso principale, a livello economico e non solo, lo avrebbe direttamente la FIGC. Se ne parlerà nelle prossime settimane, di seguito il comunicato relativo alla riunione, nella quale si è iniziato a discutere più in generale anche di altri temi legati a una possibile riforma del calcio italiano.

Il comunicato stampa.
Sì è riunito oggi, presso la sede della FIGC a Roma, il tavolo delle componenti federali per affrontare alcune tematiche urgenti per il movimento calcistico italiano. Convocati dal presidente Gabriele Gravina, hanno preso parte all’incontro Ezio Maria Simonelli per la Lega Serie A, Paolo Bedin per la Lega B, Matteo Marani della Lega Pro, Giancarlo Abete della Lega Nazionale Dilettanti, Umberto Calcagno per l’AIC, Renzo Ulivieri in rappresentanza dell’AIAC e Antonio Zappi per l’Aia.

Diversi i temi affrontati con al centro la sostenibilità nella sua accezione più ampia, quindi quella economico-finanziaria, ma anche le attività per agevolare nuovi investimenti e maggiori patrimonializzazioni, sempre più formazione manageriale, una rivisitazione della politica dei servizi arbitrali e una nuova organizzazione degli arbitri di vertice, con l’obiettivo di valorizzarne e professionalizzarne l’operato. L’obiettivo federale è voler dare risposte concrete alle esigenze più urgenti del sistema che necessitano di un’ampia condivisione da parte dell’intero mondo del calcio, nell’ottica di tutelare l’equa competizione e il valore dei campionati.

Con particolare riferimento alla proposta di evoluzione della struttura della CAN, il presidente Gravina, ha illustrato il progetto della costituzione di una realtà indipendente, con la partecipazione della FIGC, insieme a quella della Lega di A e della Lega B, che nasce dall’esigenza di agevolare un processo di professionalizzazione e responsabilizzazione richiesta dal sistema e anche dagli stessi arbitri di vertice. In questa nuova organizzazione confluirebbe l’attuale organico CAN (arbitri, assistenti e VMO), che sarà supportata da una struttura operativa tecnica, organizzativa e di marketing, anche per liberare nuove risorse da impiegare nello sviluppo della categoria. La proposta, che verrà ulteriormente approfondita e dettagliata nelle prossime settimane, è stata pensata per favorire un ulteriore miglioramento della classe arbitrale italiana. Un percorso che deve andare di pari passo con il rafforzamento di due progettualità innovative nell’attività giovanile e dilettantistica, come il doppio tesseramento calciatore-arbitro e della figura del dirigente-arbitro.

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